All’Ansa: «Mi tocca ricordare che la presidenza della Figc non è un incarico di nomina ministeriale al vertice di un ente pubblico»

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina risponde in maniera piuttosto polemica all’intervista del ministro Abodi. Il ministro per lo sport e i giovani questa mattina ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Spor nella quale diceva:
«Gravina ha detto a me che intende fare un passo indietro, ma vuole essere libero di decidere, non accetta imposizioni».
Gravina: «Non ho alcuna intenzione di fare un passo indietro»
Da qui la risposta piuttosto seccata di Gravina che all’Ansa ha detto:
«Non ho alcuna intenzione di fare un passo indietro. L’ho già detto pubblicamente e l’ho ribadito privatamente anche al ministro Andrea Abodi: scioglierò la riserva più avanti, dopo essermi confrontato con tutte le componenti federali».
«Mi tocca ricordare che la presidenza della Figc non è un incarico di nomina ministeriale al vertice di un ente pubblico – continua Gravina – ma una rappresentanza di un movimento sportivo sussidiario e autonomo, che trae legittimazione e fiducia solo dalla libera volontà delle sue componenti. Il mio impegno istituzionale verso tutte loro, dalle Leghe professionistiche ai dilettanti, dai calciatori ai tecnici e agli arbitri, sarà sempre volto a proteggere questo prezioso diaframma di indipendenza da qualsivoglia ingerenza esterna, che fa del calcio un valore prezioso per la democrazia».
Abodi: «Dopo Euro2024 nessuno si è messo in discussione, come se fossimo usciti per sfortuna»
Questa mattina sul Corriere dello Sport l’intervista al ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi condotta dal direttore Ivan Zazzaroni.
Come finirà la partita del calcio?
«Dagli equilibri delle Leghe. Gravina ha detto a me che intende fare un passo indietro, ma vuole essere libero di decidere, non accetta imposizioni e soprattutto vuole prima capire in che mani lascia la Federcalcio. È comprensibile. Nelle contrapposizioni palesi nessuno lascia spazio all’altro. Quello che realmente conta è il benessere del sistema, serve una visione più ampia e complessiva. Non si può sempre aspettare che le cose succedano, a volte bisogna farle succedere. La formula “fin che la barca va lasciala andare” non funziona».
Lei da che parte sta? È di ostacolo a Gravina?
«Né ostacolo, né avversario proprio per il ruolo che ricopro. Vorrei aiutare a portare soluzioni».
Ministro, il Governo vuole prendersi anche il calcio?
«Assolutamente no! L’obiettivo del Governo, collaborando con il Parlamento, è di creare le condizioni per facilitare una indispensabile e indifferibile stagione di riforme nel calcio e, in generale, nello sport, per rendere il nostro sistema più credibile, competitivo e sostenibile. L’autonomia nello sport è un valore da rispettare, ma il modo più efficace per difendere l’autonomia, comunque relativa e non assoluta, dipende dalla capacità dello sport, e quindi anche del calcio, di non essere autoreferenziale, di rispettare a ogni livello i suoi valori e di saper svolgere efficacemente la sua funzione, anche sociale e culturale. Il Governo non sarà mai complice dell’inerzia e del Gattopardo».