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Il governo Milei esclude Maradona dai mancini argentini più forti. Era troppo di sinistra

Il portavoce di Milei: «Maradona era mancino? Ah, sì…». Era un omaggio del governo ai grandi mancini. La figlia Dalma: «Non replico ai pupazzi»

Il governo Milei esclude Maradona dai mancini argentini più forti. Era troppo di sinistra
New Argentina coach Diego Maradona attends a press conference in Glasgow, on November 18, 2008. Diego Maradona says he cannot understand why Terry Butcher continues to harbour a grudge over the 'Hand of God' goal that helped knock England out of the 1986 World Cup. Butcher, an England defender in the team that lost the quarter-final match and now Scotland's assistant manager, said on Monday that he would never "forgive and forget" Maradona's action and made it clear he was unlikely to shake the new Argentina coach's hand when the Scots face his new charges here on Wednesday. AFP PHOTO/ Michael Hughes (Photo by Michael Hughes / AFP)

Durante una cerimonia dove si rendeva omaggio ai grandi mancini dello sport argentino, il portavoce del presidente Milei, Manuel Adorni, non ha menzionato Diego Armando Maradona.

I giornalisti quindi non hanno potuto evitare la domanda del perché non fosse nella lista insieme a Messi, Di Maria, Ginobili, Martinez e Vilas; Adorni ha così risposto, ironicamente: «Chi? Oh, era mancino? Ah, sì, era mancino…». In molti hanno pensato che la dimenticanza fosse stata una scelta voluta, dato il fatto che Maradona non ha mai nascosto simpatie di sinistra.

Coinvolta anche la figlia di Maradona, Dalma, nella questione

La risposta della figlia Dalma non si è fatta attendere; ha rilasciato le seguenti dichiarazioni nel programma Respongel Responde:

«Devo rispondere ad un Muppet? Non è necessario. Adorni non ha un pensiero suo, perché ripete ciò che gli dicono di dire. Non è stato divertente ironizzare su quanto accaduto. Che gli piaccia o no, l’Argentina è conosciuta in tutto il mondo per le persone che dice di non conoscere… o fa il finto tonto. Sportivamente, che ti piaccia o no, mio padre ha rappresentato l’Argentina ed è stato un campione. Si è rivelato un Muppet, un pupazzo. Chiedete anche a Lionel Messi, Angel Di María o Maravilla Martínez cosa ne pensano».

Chiusa la battaglia del fisco

Ecco il servizio di Radio 1 Rai.

Una battaglia legale durata decenni, una storia che inizia negli anni Ottanta quando Maradona giocava con il Napoli e i suoi compensi erano miliardari, si ipotizzò che alcuni diritti di immagine versati sui conti esteri fossero un espediente per mascherare stipendi al fine di sottrarsi al fisco italiana. Un’evasione quantificata all’epoca in quaranta miliardi di lire poi lievitata negli anni a 37 milioni di euro. Si andò avanti tra ricorsi e sequestri. Due sentenze della Cassazione poi concessero il condono rinviando ai giudici di merito la posizione tributaria di Maradona solo per l’eventuale debito con l’Agenzia delle Entrate di 952 euro stabilisce ora la Corte di Giustizia tributaria.

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