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Irma Testa: «Il livello arbitrale di Parigi 2024 è basso, servirebbero linee guida condivise per migliorare»

Al CorSera dopo l’eliminazione: «Non devo dirlo io se gli arbitri sbagliano, non urlo allo scandalo. Dico che è sbagliato il metro di valutazione».

Irma Testa: «Il livello arbitrale di Parigi 2024 è basso, servirebbero linee guida condivise per migliorare»
(Photo by Frank Franklin II / POOL / AFP)

Irma Testa è stata clamorosamente eliminata nel primo turno di pugilato 57 kg 3-2 dalla cinese Zichun Xu. A Tokyo aveva agguantato la medaglia di bronzo. La sua intervista al Corriere della Sera.

Irma Testa: «Il livello arbitrale dell’Olimpiade di Parigi è basso»

Irma, è riuscita a mettere distanza tra sé e la sconfitta?

«Sì, e sto bene. Già la sera del match con la cinese ho analizzato le cose: una volta letto il verdetto, non c’è nulla da fare. Si accetta la situazione e si va avanti».

L’obiettivo dichiarato a Parigi 2024 era l’oro…

«Rimane la delusione di un momento che finisce. Una preparazione di tre anni è un percorso lungo. Sono tre anni di lavoro e di vita».

Il verdetto dei giudici è stato contestato:

«Non da me. Non lo devo dire io. Io combatto, sto al centro del match, tutto ciò che mi gira intorno nemmeno lo vedo. Rifarei tutto quello che ho fatto. Avevo impostato l’incontro sul mio pugilato stiloso, sull’evitare i colpi, mettendo quelli necessari. Certo si può premiare la volontà. Ma ce l’abbiamo tutti, la volontà, anche senza essere per forza aggressivi. Se c’è qualcosa di sbagliato è il metro di giudizio di cinque persone in disaccordo: bisognerebbe trovare linee guida che accomunino, non ci si può appoggiare soltanto al gusto di un arbitro».

Arbitri mediocri e con criteri di giudizio diversi dalle gare del circuito: è la riflessione condivisa anche dal judo. Perché nulla cambia?

«È il problema degli sport senza cronometro, affidati a una giuria. Non urlo allo scandalo né al furto. Dico che è sbagliato il metro di valutazione. Non c’è stata malafede, non lo penso. Penso, però, che il livello degli arbitri dell’olimpiade sia basso».

Perché ha perso?

«Sui cartellini, la prima e la seconda ripresa le ho vinte. Ho perso la terza. Il problema è che non si sono incrociati i giudici. Hanno premiato la grinta finale dell’avversaria ma era normale che io, avendo conquistato due riprese, fossi arrivata alla terza un po’ stanca».

Crede nel destino, Irma?

«Credo che la volontà e il sudore che mettiamo in ciò che facciamo ci definiscano. Se ti impegni, le cose arrivano. Se c’è una crescita personale, c’è anche nel mestiere. Ma una vittoria o una sconfitta non spostano il valore di una donna».

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