A El Mundo: «Gli sportivi possono esprimere delle opinioni sulla politica, ma io preferisco non farlo perché non credo che mi porterà qualcosa di positivo»
El Mundo ha intervistato Jorge Martin, rivale di Bagnaia nella lotta al titolo in MotoGp. Il vice-campione del mondo ha parlato del suo rapporto con i social, della lotta al titolo e del rapporto tra politica e sport.
Negli ultimi mesi ha fatto molto parlare di sé, questo aumenta la pressione prima di una gara?
«Non guardo molto i media. Cerco di starne fuori perché, volente o nolente, mi influenzano sempre psicologicamente. Mentalmente non siamo super-umani e, lottando per un mondiale, la pressione è sempre presente, quindi cerco di gestirla nel miglior modo possibile».
Jorge Martin sulle opinioni che gli altri hanno di lui
È importante che la gente parli di lei, che lo faccia bene o male?
«Per me non è importante perché non posso controllare ciò che la gente pensa di me. Cerco di concentrarmi sul mio lavoro e di avere fiducia in quello che faccio. Se poi qualcuno ne parla bene o male non è una cosa che posso decidere io».
Si è pentito di qualche dichiarazione che ha fatto?
«No, alla fine non è che me ne pento. Si impara sempre. Siamo sportivi che, in età molto giovane, imparano molte cose che forse una persona normale non imparerebbe. A volte è difficile da assimilare. Ci sono alcune affermazioni, come dice lei, o alcune situazioni che ho vissuto nella mia carriera che non avrei fatto in quel modo. Ma averle fatte mi ha portato al punto in cui sono, quindi non ci sono mai rimpianti».
A volte si parla ancora di lei come di un talento: pensa di essere sottovalutato?
«È un po’ come ho detto prima. Non posso controllare ciò che la gente pensa di me, quindi lascio che dicano quello che vogliono. Non credo di avere nulla da dimostrare. Faccio solo del mio meglio. Già l’anno scorso ho lottato per il mondiale fino all’ultima gara e quest’anno sono in testa [l’intervista è stata rilasciata il 15 agosto]. Ovviamente ho talento, altrimenti non sarei qui. Ma credo di avere anche esperienza e sto ancora crescendo».
Pensa che gli sportivi debbano avere un’opinione sulla politica?
«Ognuno ha la propria opinione e può farne ciò che vuole. Il problema oggi a livello sportivo è che non si può… Voglio dire, si può, si può. Ma quando non ci sono guadagni, sono tutte perdite, come si dice. Penso che l’opinione pubblica ti schiaccerà, qualunque cosa tu faccia, nei tempi che stiamo vivendo. Quindi, per uno sportivo che ha un’immagine che può influenzare, è meglio non approfondire questi temi. Io preferisco non farlo perché non credo che mi porterà qualcosa di positivo».