La prima intervista dal “caso Carini”: “La mia famiglia è preoccupata per me. Se Dio vuole, questa crisi finirà con una medaglia d’oro, sarebbe la risposta migliore”
Imane Khelif, è il momento della rivincita mediatica, mentre quella sportiva (con una medaglia già in tasca) se l’era già orgogliosamente presa. La pugile al centro di una complicatissima controversia di genere olimpica, ha detto basta. Dopo le dichiarazioni del padre, ha concesso la sua prima intervista dal “caso Carini” a Sntv.
Khelif dice che la tempesta mediatica sta avendo “effetti enormi”: “Invio un messaggio a tutte le persone del mondo per sostenere i principi olimpici e la Carta olimpica, per astenersi dal bullizzare tutti gli atleti, perché questo ha effetti, effetti enormi. Può distruggere le persone, può uccidere i pensieri, lo spirito e la mente delle persone. Basta bullismo”.
Khelif racconta il dolore, la sopportazione degli attacchi nei suoi confronti lontano da casa: “Sono in contatto con la mia famiglia due giorni alla settimana. Spero che non siano stati colpiti profondamente. Sono preoccupati per me. Se Dio vuole, questa crisi culminerà in una medaglia d’oro, e questa sarebbe la risposta migliore”.
Dopo l’ultima vittoria “non riuscivo a controllare i miei nervi. Perché dopo la frenesia mediatica e dopo la vittoria, c’era un misto di gioia e allo stesso tempo, ero molto colpita, perché onestamente, non era una cosa facile da affrontare. Era qualcosa che danneggia la dignità umana”.