L’intervista all’Afp: “Da piccola vendeva rottami per pagarsi l’autobus per andare ad allenarsi. E’ una grande donna algerina”
Di Imane Khelif, alla fine, parla il padre. La pugile che in teoria soffre di una condizione iperandrogenica diventata un’icona dopo gli attacchi (a livello mondiale) per la sua mascolinità subito soprattutto per l’abbandono un po’ melodrammatico della napoletana Carini, chiuderà le sue Olimpiadi con una medaglia al collo. Ma intanto è ancora al centro della tempesta mediatica.
Il padre, Omar Khelif, rompe il silenzio con un’intervista all’Afp, per difendere la figlia. Dice anche che inizialmente aveva cercato di fermarla nel suo percorso nel mondo della boxe. Khelif ha assicura che sua figlia non dovrebbe subire avere insinuazioni a livello mondiale sul fatto che sia o meno una donna, cosa che gli è molto chiara: “Mia figlia è una ragazza, è cresciuta da ragazzina, è una ragazza forte e coraggiosa. Le è stato insegnato ad avere una forte volontà, nel lavoro e nella formazione“.
Mostra con orgoglio una sua foto a sette o otto anni, con i capelli raccolti in trecce: “Fin da piccola la sua passione è sempre stata lo sport”, racconta il 49enne, seduto insieme a due dei suoi figli più piccoli. E fa vedere all’agenzia francese anche i documenti d’identità e il suo certificato di nascita, parlando da un villaggio rurale a circa 10 chilometri da Tiaret, una città a circa 300 chilometri a sud-ovest della capitale Algeri.
Insistito sul fatto che la figlia ha vinto il controverso incontro contro Carini semplicemente perché era “più forte e l’altra era debole“.
Imane da piccola doveva percorrere 10 chilometri in autobus dal suo villaggio per allenarsi in palestra, vendendo rottami metallici da riciclare per pagare il biglietto dell’autobus, mentre sua madre vendeva couscous.
“Imane è un esempio di donna algerina“, dice suo padre. “È una delle eroine dell’Algeria. Se Dio vuole, ci onorerà con una medaglia d’oro e innalzerà la bandiera nazionale a Parigi. Questo è stato il nostro unico obiettivo fin dall’inizio.”