A La Stampa: «Gianmarco porta il fisico al limite, lo sport di alto livello non è salutare, ma sono falsità. Sui social ci vorrebbe il documento d’identità»
La Stampa, con Giulia Zonca, intervista Chiara Bontempi la moglie di Gianmarco Tamberi. L’oggetto dell’intervista ovviamente sono le Olimpiadi, le coliche renali, le reazioni social. Riportiamo le domande finali dell’intervista.
Si aspettava questo seguito social da Truman Show?
«Dall’episodio della fede è impazzito tutto. Lui usa quel mezzo per costruire una comunità, per darsi ai suoi tifosi. È amatissimo, solo che i social sono costruiti al contrario: l’algoritmo fa svettare i pochi insulti di anonimi astiosi, invece di privilegiare la massa di persone che si prende il disturbo di trovare parole di supporto. Servono leggi diverse, un profilo deve passare da un documento. Ho visto un oceano di affetto arginato da una minoranza di scemenze».
C’è chi non ha creduto ai calcoli, chi ha trovato l’aggiornamento in diretta eccessivo.
«Non voglio nemmeno considerare certi commenti».
Quelli sulla dieta hanno portato risposte ironiche. Come le due bottiglie di acqua a tavola: «Oggi esageriamo».
«Vi pare verosimile che un atleta possa bere un bicchiere di acqua al giorno? I calcoli sono stati sfortuna e sono dovuti a più cause. Hanno influito le temperature altissime negli ultimi giorni di preparazione».
Suo marito però è estremo. Nella dedizione, nella dieta, in ogni particolare.
«Certo che Gianmarco porta il fisico al limite, lo sport di alto livello non è salutare, ma si parla di professionisti sotto costante controllo. Non era disidratato. Sono solo falsità».
La moglie di Tamberi: ha portato milioni di persone a seguire una disciplina di nicchia
Crede che dopo certe reazioni cambierà approccio di comunicazione?
«Resterà così: è il modo in cui ha portato milioni di persone a seguire una disciplina di nicchia».
Adesso che succede?
«Lui si mette alla prova, nelle ultime gare vuole vedere quanto può saltare con questa preparazione. Poi ci prendiamo un mese di stacco e valuteremo con la lucidità che ancora ci manca».
C’è qualche cosa da salvare da questa esperienza?
«Per ora c’è troppa rabbia. So che qualsiasi difficoltà ci metta davanti la vita io la condivido con una persona che non si arrende. Nelle sue condizioni non sarei uscita dal letto, lui ha fatto tremare lo Stade de France».