Nessun accordo in India, Indonesia e Australia. Negli Usa venduta a prezzi stracciati. In Italia invece costa 40 euro al mese (Dazn)

La Serie A all’estero non sa vendersi e non la vede nessuno. In Italia invece costa carissima (Libero)
Ne scrive il quotidiano Libero:
C’era una volta il campionato più bello del mondo. Oggi inizia la prima giornata e in tre mercati enormi non esistiamo: non sono infatti stati venduti i diritti tv in India (un miliardo e mezzo di abitanti), Indonesia (275 milioni) e Australia (dove vivono circa un milione di italiani). Teniamo pure in conto che in Inghilterra siamo un puntino appena distinguibile sulla mappa calcistica, con massimo cinque partite a settimana passate in tv. E poi esiste la questione americana, con la Cbs che ha fatto un affarone, acquistando l’intero pacchetto dei diritti televisivi in inglese per due spiccioli. Le cifre dell’accordo ricalcano quello già siglato in precedenza per il ciclo 2021-2024, che aveva fatto guadagnare ai club italiani tra i 55 e i 58 milioni all’anno. Una miseria rispetto ai 175 milioni che la Liga spagnola incassa per ogni stagione (1.4 miliardi garantiti fino al 2029). E non stiamo a scomodare i 450 milioni annuali della Premier League, che ormai gioca un altro campionato.
Serie A, solo in Italia costa carissima
È davvero soltanto un problema di prodotto scadente o forse chi si occupa di venderlo all’estero non sta facendo bene il suo lavoro? La domanda sorge spontanea perché la Serie A non è da buttare. Anzi, negli ultimi anni sta lavorando molto su se stessa per offrire una nuova immagine al mondo.
L’abbonamento per guardare il nostro campionato su Paramount costa appena 5 dollari al mese, 50 all’anno. Qui ci vogliono come minimo 40 euro per un solo mese di Dazn… E allora, se la mettiamo così, forse dovremmo prima capire come rendere la Serie A fruibile nei confini nazionali a prezzi umani. E poi magari imparare anche a vendere i diritti tv all’estero come si deve.