Il tecnico, da solo, non può bastare. Gli vanno date tutte le armi possibili per andare in battaglia e vincere

L’effetto Conte ha evitato un’estate di contestazione. Ma gli va fatta la squadra (Gazzetta)
Ecco cosa scrive la Gazzetta dello Sport all’indomani di Verona-Napoli 3-0.
Poco più di un mese di lavoro, per scoprirsi ancora tremendamente fragili. È un incubo dal quale Napoli e il Napoli non riescono più a svegliarsi in questo 2024, segnato da tantissimi problemi in campo e fuori. L’effetto Conte è stato importante per evitare un’estate di contestazione. Ma il tecnico, da solo, non può bastare. Gli vanno date tutte le armi possibili per andare in battaglia e vincere, per questo sabato aveva sottolineato la mancanza di una rosa adeguata a quelle che sono le ambizioni del club, che vuole tornare subito in Champions.
Antonio ha poca voce, un po’ per le urla in campo e un po’ per il dolore fisico che gli trasmette davvero la sconfitta. Il suo primo Napoli è stato umiliato dal Verona e questo proprio non può accettarlo, perché aveva promesso altro ai tifosi in questo primo periodo. Voleva che i napoletani tornassero a essere orgogliosi della propria squadra da subito, ma è evidente che serva ancora altro tempo per sistemare tutto.
Conte ha ripescato Juan Jesus e mandato in campo la squadra dello scorso anno, senza due top come Zielinski e Osimhen e con Spinazzola unico volto nuovo. Il tutto, con un sistema di gioco che molti ancora non sanno interpretare al meglio. Intanto, l’incubo per i napoletani continua e il “funiculì funiculà” cantato dai tifosi dell’Hellas ha messo il punto esclamativo sul pomeriggio horror. Già, da vergognarsi, proprio come ha detto Conte.
Conte: «Non è un problema di facile risoluzione, penso di avere la competenza giusta per dire certe cose»
Dopo l’incredibile sconfitta arrivata alla prima di campionato contro il Verona il tecnico del Napoli, Antonio Conte ha innanzitutto chiesto scusa ai tifosi azzurri e poi commentato la situazione partendo da quando aveva detto ieri in conferenza.
Le sue parole a Sky
«Al di là del discorso del mercato, quello che è preoccupante secondo è vedere che alla prima difficoltà ci siamo sciolti come neve. Poi dal mercato possono arrivare 3-4 giocatori, ma il problema lo dobbiamo risolvere a monte e non è un problema di facile risoluzione. Penso di avere la competenza giusta per dire certe cose, non apro la bocca per dare fiato alle trombe».
In conferenza.
Mai vista una squadra di Conte così, senza reazioni. Che spiegazioni si dà?
«Che spiegazioni mi do? Ragazzi ma che spiegazioni mi do. Se fate attenzione a quello che dico, lo sapete. Quando parlo, mi prendo la responsabilità di quello che dico. Non parlo per dare fiato alle trombe o per nascondermi o per declinare le responsabilità. Chi dice questo di me, non mi conosce. Ho parlato di grande difficoltà, se non misurate le parole che dico, non sono quel tipo di allenatore, io mi prendo le responsabilità della sconfitta, c’è da vergognarsi punto e basta. Devo vergognarmi io che sono l’allenatore. Non posso ridire oggi quello che ho detto ieri altrimenti vuol dire che non mi date rispetto. Oggi mi assumo la responsabilità. Pochissime volte mi è successo in carriera questo tipo di situazione sia da allenatore che da calciatore e me ne prendo la responsabilità. Ho accettato con entusiasmo e voglia di allenare questa piazza. Piazza che merita rispetto. Chi mi conosce sa che stasera il mio cuore sanguina. Se sanguina anche il cuore di qualche altro calciatore, c’è speranza. Se domani si ride e si scherza come prima, vuol dire che non sto trasmettendo i messaggi giusti e che c’è un malato talmente gracve che ci vuole molto tempo».