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L’inferno degli Us Open: 35 gradi e più del 70% di umidità, c’è chi vomita in campo (L’Equipe)

Tutti si lamentano per le condizioni impossibili. Etcheverry ha vomitato in campo per la troppa acqua ingerita, né il ghiaccio né i ventilatori danno sollievo

L’inferno degli Us Open: 35 gradi e più del 70% di umidità, c’è chi vomita in campo (L’Equipe)
MONTREAL, CANADA - AUGUST 10: Jannik Sinner of Italy rests against Andrey Rublev in the Men's Singles quarterfinals round match during Day Five of the ATP Masters 1000 National Bank Open at Stade IGA on August 10, 2024 in Montreal, Canada. Minas Panagiotakis/Getty Images/AFP (Photo by Minas Panagiotakis / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Gli Us Open sono un inferno. Letteralmente. Come segnale l’Equipe, i tennisti scendono in campo con “quasi 35 gradi e più del 70% di umidità“. Nessuno dei tennisti ce la fa più. C’è chi vomita in campo, chi usa i ventilatori o il ghiaccio senza però averne tanto beneficio.

Gli Us Open sono un inferno. Né l’acqua, né il ghiaccio e né i ventilatori aiutano

Arthur Rinderknech ha quasi vomitato le tonnellate d’acqua che ha bevuto sul campo 17. «Ho bevuto diverse volte. Sentiamo così caldo che vorremmo bere senza sosta. Ogni goccia d’acqua è una gioia immensa, ma il problema è che abbiamo tanta sete, beviamo come matti e abbiamo troppa acqua in corpo. Sale automaticamente»”.

Impossibile trattenere l’acqua ingerita. Etcheverry non ce l’ha fatta. “Di ritorno da un cambio alla fine del quinto set, l’argentino ha provato a trattenersi, ma non ha fatto nemmeno il tempo a scusarsi e a chiedere di aspettare, che ha vomitato buttando tutta l’acqua. C’è pure una persona collassata in tribuna sul campo 17“.

Rinderknech, battuto in cinque set da Andrey Rublev, ha approfittato di un cool break, una pausa di dieci minuti tra il terzo e il quarto set per correre negli spogliatoi «con il ventilatore puntato sulla testa, le gambe all’aria, gli occhi chiusi mentre cerca di respirare. Il tubo che soffia aria fresca fa molto bene, ma non è sufficiente. Accanto avevo un impacco di ghiaccio e anche un asciugamano con il ghiaccio sul collo ogni. Ho bevuto, credo, 15 bottiglie da 1 litro, quindi devo aver bevuto 15 litri».

Anche Hugo Humbert soffre maledettamente le condizioni estreme di New York:

«Onestamente, sentivo che in campo ci fossero 40 gradi. Hai la sensazione di perdere molta acqua. Perdi energia rapidamente. Mi chiedo se non dovrebbero esserci delle regole per quando ci sono temperature del genere».

L’organizzazione ha fatto sapere che  “in caso di caldo estremo, i tetti degli stadi Arthur-Ashe e Louis-Armstrong saranno parzialmente chiusi per ombreggiare il campo e ridurre la temperatura sul campo“.

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