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L’Italia di Velasco a una passo dalla leggenda: travolge la Turchia

La chiudono in tre set. Primo set più equilibrato, nel secondo set l’Italia trascinata da un’ottima Antropova

L’Italia di Velasco a una passo dalla leggenda: travolge la Turchia
Db Monza 18/08/2023 - Campionato Europeo Pallavolo femminile / Italia-Svizzera / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Ekaterina Antropova-Paola Egonu

La magia dell’Italvolley femminile continua. Dopo avere conquistato una storica semifinale, in questa olimpiade francese, le ragazze di Julio Velasco asfaltano anche la Turchia (25-22 25-19 25-22) e domenica alle 13 andranno a caccia di quell’oro olimpico mai raggiunto nemmeno dagli uomini contro gli Stati Uniti allenati da Karch Kiraly.

Le atlete italiane avevano già incontrato e battuto la Turchia durante la fase a gironi tre a zero.  Primo set più equilibrato, ci vuole una Egonu ad altissimi livelli per portare il set a casa (22-25).

Nel secondo set l’Italia fa meglio, impone il suo ritmo trascinata da un’ottima Antropova che chiude il set con ace e fissa il punteggio 10-25.

La Turchia di Santarelli, marito del nostro libero De Gennaro, non ci sta. Vargas si scatena e procura due strappi da tre punti ciascuno (6-3 e 12-9) che ci costringe a rincorrere di nuovo.

Velasco: “Abbiamo già fatto la storia, ora giochiamo per l’oro”

Intervistato sui canali Rai il ct della nazionale azzurra ha commentato così il traguardo raggiunto dalla sua squadra: «Già passando i quarti abbiamo fatto la storia ma vincere anche la semifinale 3-0 rimontando in tutti i set è tanta roba. Adesso abbiamo un sogno perché siamo in finale e dovremo giocarla per vincere. Il problema è che adesso c’è contro un avversario duro. La partita sarà difficilissima, daremo tutto quello che abbiamo. Ora anche io sono emozionato ma dovremo tornare freddi e giocare senza paura».

Velasco, un po’ buddismo e un po’ militanza. Ha portato l’Italia fuori dal villaggio olimpico (Relevo)

Velasco sta riportando la nazionale italiana di pallavolo femminile lì dove merita di stare, tra le grandi. Non che prima non lo fossero, ma l’impressione è che con Velasco le “ragazze terribili” stiano finalmente ingranando la marcia e mostrando il loro vero potenziale. Velasco è nella leggenda della pallavolo italiana: negli anni ’90 con la generazione dei fenomeni della nazionale maschile italiana vinse di tutto e di più. Tranne l’oro olimpico che sembra essere un tabù. Ora però ha l’occasione di vincerlo con la nazionale femminile, che staserà sfiderà la Turchia per guadagnarsi un posto in finale alle Olimpiadi.

Relevo elogia Velasco in un pezzo dove parla del suo decalogo:

“Ci sono due punti fondamentali nel decalogo della leadership del tecnico di pallavolo Julio Velasco (La Plata, 1952), che affronta la semifinale contro la Turchia questo giovedì (ore 20). Ci si concentra proprio sulla figura dell’allenatore che non deve imporre ma persuadere, e per questo è necessario eliminare il “karma” del giocatore che perseguita quasi tutti i tecnici”.

In sostanza, per Velasco bisogna eliminare il giocatore che è dentro di sé: “Quello che normalmente lo incita, vanamente, a non delegare e ad essere autosufficiente, almeno a volerlo mostrare, a sembrare tale. A fare più che insegnare convincendo. «Quel giocatore bisogna ucciderlo e basta», dice.

L’altra premessa fondamentale è l’ultima: «Chi vince festeggia, chi perde spiega». Da lì, da quella lucidità e da quel carisma, si spiega perché ha quasi mezzo secolo di carriera sportiva alle spalle e perché sta cercando con la squadra italiana di pallavolo femminile quella che sarebbe la prima medaglia d’oro olimpica della storia. Per lui non esistono barriere, ma solo opportunità”.

Relevo racconta Velasco:

Per capire l’uomo che oggi è considerato il miglior allenatore del mondo, bisogna guardare indietro, molto indietro. In particolare, quando ha iniziato nel 1979 al Ferrocarril Oeste. C’è stato un momento in cui, come Marco Polo, ha navigato verso Oriente per allenare la nazionale iraniana (2011-14), per poi tornare nella sua Argentina. In precedenza aveva allenato la Spagna, ereditando la squadra di Andrea Anastasi (campione d’Europa nel 2007). Ha lavorato nel calcio anche come collaboratore di Lazio e Inter, e sì, il Santo Graal è stato sempre trovato e custodito nella sua terra d’adozione: l’Italia, la sua particolare Itaca. Lì ha collezionato anche esperienze a livello di club, come Modena, Gabeca e Piacenza.

Negli anni Novanta, Velasco era già allenatore della nazionale maschile e femminile, con la quale vinse cinque medaglie d’oro ai Campionati europei e mondiali. Era il gruppo forte di Andrea Zorzi, Andrea Giani, Paolo Tofoli, Pasquale Gravina e Andrea Lucchetta, tra gli altri. In mezzo, altre esperienze per sublimare il suo repertorio motivazionale… Per poi tornare nel 2023 a fare il commissario tecnico delle ragazze, che per la prima volta aspirano al vertice.

 

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