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Lukaku è forte: un concetto eretico a Napoli di questi tempi

Il suo arrivo è accompagnato da uno scetticismo di fondo. Comprensibile se ci riferiamo a gusti personali, decisamente meno se guardiamo ai numeri

Lukaku è forte: un concetto eretico a Napoli di questi tempi
A Belgium supporter waves a banner ahead of the UEFA Euro 2024 Group E football match between Ukraine and Belgium at the Stuttgart Arena in Stuttgart on June 26, 2024. (Photo by DAMIEN MEYER / AFP)

Lukaku è forte: un concetto eretico a Napoli di questi tempi

Di tanto in tanto ci imbattiamo in fenomeni strani, scie chimiche calcistiche. Che riguardano Napoli e non solo. La settimana scorsa, dopo Verona-Napoli 3-0, abbiamo assistito al tentativo di trasformare Antonio Conte nel nuovo capro espiatorio. Trattato come se fosse un tecnico scarso, antiquato, che si era ritrovato tra le mani il Real Madrid e invece aveva perso a Verona. Con i calciatori che aveva, avrebbe dovuto fare un sol boccone del Verona. A Verona il Napoli può vincere, non c’è dubbio. Ma è anche vero che se al Napoli del decimo posto togliamo Osimhen, Zielinski e Kvaratskhelia (uscito a fine primo tempo), Buongiorno non c’era, può anche perdere col Verona. Ma andiamo avanti.

Il successo sul Bologna ha temporaneamente fermato gli antipatizzanti del tecnico salentino. Ovviamente lo attendono al varco. E il nuovo fronte su cui stanno affilando le armi ha un nome e cognome: Romelu Lukaku. Un signore che ha giocato nel Manchester United, nel Chelsea, nell’Inter, ha polverizzato il record di tutti i tempi di gol segnati nella Nazionale belga: oggi il suo è di 85 gol in 119 presenze. Uno che nelle ultime dodici stagioni (ripetiamo: dodici) solo una volta (nel 21-22 al Chelsea) non è andato in doppia cifra in campionato. Se teniamo conto anche delle coppe, è sempre andato in doppia cifra. Uno che, è bene ricordarlo, già Giuntoli (prima di indirizzarsi verso la Juventus) aveva individuato come sostituto ideale di Osimhen nel caso in cui il nigeriano fosse partito.

Lukaku, i contro a Napoli sono di due tipi

I contro sono di due tipi. Uno è contabile: l’acquisto di un calciatore di 31 anni, pagato oltre 30 milioni. Obiezione condivisibile, soprattutto considerando il comportamento ventennale della Società Calcio Napoli, ma è un problema unicamente di Aurelio De Laurentiis e lui lo ha risolto con l’acquisto a titolo definitivo del centravanti. L’altro è di tipo tecnico. Romelu è un attaccante considerato in declino, anche per alcune circostanze che possiamo definire poco fortunate (anche se continuiamo a pensarla come Enzo Ferrari: la sfortuna non esiste). È stato protagonista in negativo della finale di Champions League tra Inter e Manchester City, così come delle partite del Belgio ai Mondiali in Qatar. I suoi clamorosi gol sbagliati sono diventati meme che hanno fatto e continuano a fare il giro degli smartphone.

Queste polemiche le ricordiamo anche quando Conte lo portò per la prima volta all’Inter. Era il 2019, il belga era reduce da una stagione così così al Manchester United nel corso della quale segnò “solo” dodici reti in Premier più due in Champions e una in FA Cup. Un giorno, in tv, il tecnico si tolse i sassolini dalle scarpe: «Dicevano che Lukaku era una pippa».

Poi c’è il tema stazza. Non è che Lukaku trascorra la propria vita nelle pasticcerie. È grosso, questo sì. È alto un metro e 91 e il suo peso forma è di circa 95 chili. Non è affatto lento ma ovviamente è complesso metterlo in moto. Ha bisogno di più tempo per entrare in forma. L’ultima partita l’ha giocata agli Europei contro la Francia il primo luglio. Anche agli Europei, come ai Mondiali, non ha segnato.

I dubbi su di lui sono leciti. Anche perché è un tipo di calciatore che o piace o non piace, è dura trovare una via di mezzo. Ma definirlo scarso a nostro avviso è lunare. Segna e fa segnare. È una sorta di pivot che invece di andare a canestro col gancio cielo, gioca da perno. Conte ha immaginato che con lui al centro dell’attacco, a beneficiarne sarebbe l’intera manovra così come la capacità di realizzazione dei colleghi di reparto: Kvaratskhelia e Neres in testa. C’erano altri centravanti in giro? Sì, certamente, per dirla alla Marco Messeri in “Ricomincio da tre”. Anche se fin qui, giusto per fare un esempio, l’ucraino Dovbyk (che lo scorso anno è stato un’iradiddio nel Girona) non ha entusiasmato. Il progetto Conte non è un progetto di prospettiva. È a presa rapida. E se vuoi un centravanti pronto, con quelle caratteristiche, è dura trovarne un altro.

Tenetevi ai corrimani: per chi scrive, Lukaku è forte. Molto forte. Ed è un calciatore che porta con sé un notevole vissuto di calcio. Sempre ai massimi livelli. Ha giocato otto stagioni in Premier. Vanta 45 presenze in Champions League. Nella Roma, lo scorso anno, ha segnato 21 reti in 47 partite. E Conte si fida ciecamente di lui. Perché, di fatto, mette nei suoi piedi e nella sua stazza, tanto del progetto Napoli.

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