Elenca i successi sportivi alle Olimpiadi, risponde per le rime ad Abodi e lancia il guanto di sfida in vista di Milano-Cortina
Malagò cambia strategia e va al muro contro muro col governo che vuole prendersi il Coni (Repubblica).
Repubblica sottolinea (giustamente) il cambio di strategia di Malagò che, finite le Olimpiadi e incassato il successo di medaglie, va all’attacco del governo che non vuole saperne di concedergli una proroga dopo la fine del suo terzo mandato.
Scrive Repubblica:
Giovanni Malagò ha un foglietto per le mani, con scritti, in grande, tutti i numeri in modo da non poter sbagliare: 40 medaglie, 20 discipline, 12 ori, il primato per i quarti posti. Come sempre le cifre hanno però diversi piani di lettura e, in questo caso, il presidente del Coni non vuole parlare di medagliere ma di politica: dopo mesi passati ad annusarsi e a cercare un compromesso, forte dei risultati sportivi, Malagò è pronto a un muro contro muro con il Governo Meloni qualora la maggioranza non gli conceda una proroga al limite dei mandati (Malagò è al terzo). «L’indicazione del mondo dello sport è molto chiara: ci sono consensi per una certa governance del Coni» dice. Un muro contro muro che potrebbe essere sanguinoso perché, come ha fatto notare il presidente, le procedure di rinnovo delle cariche si concluderanno qualche mese prima dell’inizio delle Olimpiadi invernali di Milano- Cortina.
I toni di Malagò hanno sorpreso Roma
Prosegue il quotidiano:
I toni scelti da Malagò – uomo felpato, navigatore esperto – hanno sorpreso tutti, a Parigi e soprattutto a Roma. Ha abbandonato i convenevoli ed è andato allo scontro diretto con il ministro dello Sport, Andrea Abodi: «È stato fuori luogo a parlare della scadenza del mio mandato», ha detto, riferendosi tra le altre cose all’intervista che Abodi ha rilasciato aRepubblica . «Non è solo un problema di stile. Io non l’avrei mai fatto». La scadenza naturale della carica di Malagò è a maggio del 2025: è al terzo mandato e la legge non consente un ulteriore rinnovo. «Ma quella legge è stata cambiata per due volte negli ultimi dieci mesi» ha detto ieri il presidente del Coni, consentendo ai presidenti delle singole federazioni per esempio un quarto mandato qualora il 75 per cento dei delegati siano d’accordo. Malagò chiede lo stesso trattamento per il Coni ma fino a questo momento la maggioranza (e in parte anche l’opposizione)non hanno offerto sponde.
L’idea Zaia presidente del Coni.