La nota del presidente del Coni: “Protesta non condivisibile così come non lo sono state di certo alcune decisioni arbitrali contro l’Ungheria”
Malagò si schiera contro la protesta simbolica del Settebello. Il presidente del Coni in una nota scrive:
“Protesta non condivisibile così come non lo sono state di certo alcune decisioni arbitrali contro l’Ungheria. Lo dico da uomo delle istituzioni e da membro del Cio. Dopo di che da presidente del Coni ricordo e aggiungo che il Coni, insieme alla Federnuoto, ha difeso il Settebello in tutti i gradi di giudizio fino al Tas, massimo organo di giustizia sportiva internazionale. Sono dispiaciuto di questa reazione che comunque resta contraria allo spirito olimpico”.
La protesta del Settebello contestata da Malagò
L’Italia della pallanuoto vittima di un’ingiustizia arbitrale acclarata durante le Olimpiadi di Parigi. Nei quarti di finale contro l’Ungheria un evidente e plateale errore arbitrale ha costretto gli Azzurri di Campagna a giocare con uno uomo in meno per gli ultimi quattro minuti della partita. Una partita anche stoica del Settebello che in inferiorità numerica ha acciuffato il pareggio ma poi ha perso ai rigori. L’Italia ha reagito nelle sedi istituzionali. Ha fatto ricorso, ha chiesto di rigiocare. “No, non si può fare” è la risposta che Campagna e i suoi si sono sentiti dire. E allora il ricorso al Tas. Nel frattempo però il torneo va avanti. Si deve giocare la semifinale per il quinto posto contro la Spagna.
L’Italia ,compatta, organizza la protesta. Una protesta vistosa, a tratti clamorosa e che lascia senza parole. Il pubblico e pure gli avversari solidarizzano con gli Azzurri. Il primo segnale si ha all’ingresso in vasca. Il Settebello era entrato in campo per l’inno con la squadra girata di spalle alla direzione di gara. Alcuni indossavano anche il cappuccio. Il ritmo a inizio gara è stato poi bassissimo come a dire “noi non giochiamo se le regole sono queste”. Quattro lunghi minuti dove tutto il mondo ha visto la reazione del Settebello.