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Malagò, il governo vuole piazzarlo alla Federcalcio ma non sarà così facile (Repubblica)

Lo sport viene trattato come se fosse una partecipata dello Stato. Ma l’operazione non è poi così semplice

Malagò, il governo vuole piazzarlo alla Federcalcio ma non sarà così facile (Repubblica)
Roma 24/06/2023 - torneo Settecolli / foto Image Sport nella foto: Andrea Abodi

Malagò, il governo vuole piazzarlo alla Federcalcio ma non sarà così facile (Repubblica).

Repubblica fa il punto sulle manovre politiche in atto per scalzare Malagò dal Coni (il terzo mandato finisce a maggio 2025 e Abodi ha fatto sapere che non sono previste proroghe).

Scrive Repubblica:

Dicono tutti: «Non si mettano le mani sullo sport. Garantiamone l’autonomia». Ma in realtà tutti ritengono di doverlo trattare come fosse una partecipata dello Stato. Tant’è: da domenica, dopo l’uscita pubblica di Giovanni Malagò con cui il presidente del Coni ha comunicato di non essere pronto a una resa, è cominciata la grande partita politica attorno allo sport italiano. I giochi erano partiti già da qualche mese – era aprile quando alcuni emissari di governo cominciarono a proporre a Malagò le prime exit strategy, convinti chesi sarebbe potuti arrivare a una soluzione morbida – ma ora le carte sono state scoperte, in maniera in qualche modo inattesa. Malagò ha chiesto ufficialmente la possibilità di un quarto mandato, così come è stata concessa per legge ai presidenti federali. E il governo ha risposto picche: prima un’intervista del ministro dello Sport, Andrea Abodi, che non lasciava spazio a un possibile cambio della norma.

Per il governo non sarà facile dirottare Malagò sul calcio

Prosegue il quotidiano:

A Repubblica risulta che nei mesi scorsi, all’interno del governo, qualcuno abbia cominciato a ragionare sulla possibilità di spostare Malagò nel mondo della Federcalcio: al posto di Gravina, in pessimi rapporti oggi con Abodi. O magari alla Lega calcio. Ma, come ben sa Malagò, non sono partecipate dove, con un decreto si fanno le nomine. I processi di elezione arrivano dal basso (dai delegati o dai presidenti delle squadre di A) e il governo non è in grado di fare tutto da solo. Ancor più in un momento di grande conflittualità interna. Anche perché dentro la maggioranza l’attuale presidente del Coni ha anche molti nemici. Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia e presidente della Federnuoto, è il primo. La legge è stata cambiata per lui, in modo da consentirgli di poter correre per un quarto mandato. 

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