Dopo il pareggio in extremis col Torino, arriva la prima sconfitta in campionato. Gol di Man e Cancellieri per il Parma. Non basta il gol di Pulisic a far rientrare i rossoneri in partita
Milan, la cura Ibra-Fonseca funziona: sconfitta 2-1 a Parma
Il Milan di Fonseca non sembra riuscire a ingranare la marcia giusta in questo campionato. Prima il pareggio in extremis all’esordio con l’ottimo Torino di Vanoli (2-2), ora la sconfitta con il Parma di Pecchia.
Parma-Milan finisce 2-1. Il Parma parte fortissimo, con Man che trova il gol sul cross basso di Valeri al 2′. Fino al 30′ dominio dei padroni di casa, poi i rossoneri si svegliano e iniziano a fare la loro partita. A fine primo tempo il Parma spreca l’occasione del 2-0. Il gol del pari del Milan arriva con Pulisic al 66′. Ma il Parma recupera in fretta e fa il secondo gol in contropiede: cross di Almqvist per Cancellieri.
Milan, questa partenza falsa pesa come un macigno sulle spalle di Ibrahimovic (Ordine)
Ordine ha parlato della falsa partenza del Milan contro il Torino, scrivendo sul Corriere dello Sport:
Basta ascoltare la frase, netta e chiara, sul mercato dichiarato chiuso qualche ora prima dal tecnico Fonseca, per capire chi comanda da quelle parti. «Decido io se il mercato è chiuso o aperto, siamo solo al sesto giorno, per il settimo c’è ancora tempo» la dichiarazione che può sembrare una sorta di smentita di Fonseca ma è invece un avviso a tutti i naviganti, presenti e futuri, su chi guida in materia calcistica il club. Ed è anche un atto di coraggio perché a questo modo Ibra si assume la responsabilità del mercato e delle scelte effettuate, decise – come lui stesso spiega- anche prima della scelta dell’allenatore.
Specie dopo quel debutto di ieri sera a San Siro, con una squadra spenta nelle gambe oltre che nelle idee e salvata nel finale. D’accordo è il primato della società che viene sancito in maniera solenne ma poi contano anche i risultati e questa partenza falsa pesa come un macigno anche sulle spalle di Zlatan. I tecnici e i calciatori passano, il club resta. E il club deve avere una visione. La stessa visione che ha consentito al Milan di far arrivare, tra la stagione passata e quella appena cominciata, ben 14 nuovi giocatori, una sorta di rifondazione rispetto a quella precedente che portò la firma di Boban prima e poi di Maldini.