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«Nuotare nella Senna è come fare bodybuilding, ci hanno usati come crash test»

Le nuotatrici francesi della 10 km: “E’ stato terribile, non hanno nemmeno tagliato i rovi sulle sponde. Ma abbiamo nuotato in acque più sporche”

«Nuotare nella Senna è come fare bodybuilding, ci hanno usati come crash test»
Athletes compete in the swimming race in the Seine during the women's individual triathlon at the Paris 2024 Olympic Games in central Paris on July 31, 2024. (Photo by MARTIN BUREAU / POOL / AFP)

“Onestamente, è stato terribile!”, dice uscendo dalla Senna dopo più di due ore di fatica Océane Cassignol. Ha appena nuotato la 10 km femminile, e racconta l’esperienza straniante. La “buona” notizia è che il fiume parigino non è più sporco di altre acque di gara. “Ve lo dirò tra qualche ora o qualche giorno – scherza Cassignol – Ho già sperimentato cose peggiori, ad esempio il nuoto nel porto di Barcellona. La temperatura era buona a 23 gradi e ho bevuto più volte, non aveva sapore. In Giappone non potevi nemmeno vedere la tua spalla”.

Il problema però sono le correnti. “La parte di ritorno controcorrente è come se ogni volta facessimo una sessione di bodybuilding. Dove normalmente eseguiamo un colpo di braccio, abbiamo dovuto darne due. Lo sforzo da dare era il doppio”

Per cercare di ridurre al minimo gli effetti della corrente, gli atleti sono stati costretti a nuotare sfiorando le sponde: “Abbiamo sbattuto contro il muro, era davvero una cosa a cui non eravamo abituati”. Caroline Jouisse ha addirittura graffi su tutto il corpo a causa dei rovi: “C’è una zona che chiamano il giardino galleggiante e non l’hanno tagliata. Diciamo che ci è servito un po’ come un crash test. Confermo che è la gara più dura che abbia mai vissuto. Tra le due boe sul fondo dovevamo assolutamente cercare di raggiungere il bordo e lambire la parete. Era chiaramente la guerra perché è proprio il posto dove si sente meno corrente. Non appena ti sposti un po’, era davvero molto più forte”.

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