ilNapolista

Olimpiadi, Paltrinieri d’argento nei 1.500. Il fioretto maschile in finale

Greg autore di una strepitosa finale, in corsa per l’oro fino a 50 metri dalla fine. Fioretto, la finale stasera alle ore 20.30

Olimpiadi, Paltrinieri d’argento nei 1.500. Il fioretto maschile in finale
Db Milano 27/07/2023 - Campionati Mondiali di Scherma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Tommaso Marini

Olimpiadi, Paltrinieri d’argento nei 1.500. Il fioretto maschile in finale.

Gregorio Paltrinieri è autore dell’ennesima impresa. Ha disputato una strepitosa finale del 1.500 metri. È stata in lizza per l’oro fino a 50 metri dalla fine. Poi, si è arreso allo statunitense Finke.

L’Italia del fioretto si riscatta nella gara maschile a squadre. Macchi, Marini e Bianchi battono gli americani e vanno in finale. Nella sfida per la medaglia d’oro delle Olimpiadi affronteranno il Giappone che in semifinale ha battuto i francesi padroni di casa.

Marini senza problemi nell’ultimo assalto contro Massialas, l’Italia batte gli Usa 45-38: 21esima medaglia sicura alle Olimpiadi di Parigi per gli azzurri. La finale alle 20.30.

L’ex fiorettista Garozzo: «Le decisioni arbitrali? La scherma non è il calcio, noi rispettiamo gli arbitri»

Daniele Garozzo, oro nel fioretto nelle Olimpiadi a Rio 2016, intervistato dal Corriere dello Sport. A Tokyo, tre anni fa, fu sconfitto in finale da Cheung. Lo stesso atleta di Hong Kong che pochi giorni fa a Parigi ha sconfitto Macchi in una controversa finale. E proprio sull’ultima finale olimpica dice: «Ci avevo creduto, era quasi fatta», ride il campione nel fioretto a Rio 2016 e argento a Tokyo 2021. A Parigi, pur assente dalle pedane per colpa di un problema al cuore, è sempre al fianco dei suoi compagni.

«Per mantenere il forziere pieno di ori, l’Italia deve rivoluzionare».

La finale e il caso arbitri visti da fuori.

«Sicuramente l’arbitro ha preso qualche decisione sbagliata. Ma noi non siamo il calcio e non dobbiamo diventarlo: il nostro sport rispetta l’arbitro e gli errori sono stati fatti in buona fede. Io la penso come Filippo: è stato bravissimo a non attaccarsi agli alibi. Sta crescendo come uomo e come campione. E a lui sono grato perché è il compagno che mi è stato più vicino dopo il mio problema fisico. È il mio fratellino, me lo sono coccolato tanto in questi anni».

La protesta formale dell’Italia non cambierà il verdetto ma aiuterà a livello psicologico?

«Credo cambi molto poco. Piuttosto, sarebbe stato meglio avere un membro arbitrale in Commissione internazionale e su questo la nostra Federazione avrebbe dovuto muoversi prima. La protesta è legittima, però lascia il tempo che trova».

Cosa è mancato in questi primi giorni di gare?
«Una giusta quantità di pressione permette di performare alla grande».

C’è chi accusa il gruppo di mancanza di mentalità vincente? È vero che manca il carattere della Vezzali?
«Non sono d’accordo. La scherma è uno sport diverso da quello che faceva Valentina. Con tutto il rispetto per la più grande campionessa del nostro sport, oggi il livello è cresciuto mostruosamente sia sul piano tecnico che su quello fisico, per non parlare del respiro internazionale. Piuttosto la questione è un’altra».

Garozzo si spiega meglio:

«Se l’Italia vuole continuare a essere il forziere pieno di ori, deve rivoluzionare l’organizzazione interna. Stiamo campando di rendita: merito delle eccellenze sul territorio, dalle società ai maestri, fino agli sforzi dei genitori. Ma manca qualcosa a livello di visione».

ilnapolista © riproduzione riservata