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Oliva: «Il ritiro della Carini? Non si protesta così, se sali sul ring non puoi scendere perché un colpo fa male»

A Radio Crc: «Se non si può con la tecnica, si vince in un’altra maniera. Questo è il ragionamento di un pugile. La Khelif mi fa tenerezza per il trattamento che sta ricevendo».

Oliva: «Il ritiro della Carini? Non si protesta così, se sali sul ring non puoi scendere perché un colpo fa male»
Italy's Angela Carini takes a break while fighting against Algeria's Imane Khelif in the women's 66kg preliminaries round of 16 boxing match during the Paris 2024 Olympic Games at the North Paris Arena, in Villepinte on August 1, 2024. (Photo by MOHD RASFAN / AFP)

L’ex pugile Patrizio Oliva ha parlato ai microfoni di Radio Crc su quanto accaduto tra Angela Carini e Imane Khelif ieri; la pugile napoletana si è ritirata dopo pochi secondi e in seguito a un pugno subito, ritenuto troppo forte.

Oliva: «Il ritiro della Carini? Ha fatto un grande errore, se sali sul ring non puoi scendere perché un colpo fa male»

«Non mi aspettavo che Angela si comportasse così. La protesta l’avrei fatta in un altro modo: salgo sul ring, suona il gong, alzo il braccio, vado nell’angolo e me ne vado. Così faccio capire che finché non si chiarisce questa situazione, non è giusto che io debba rischiare. Ma una volta salito sul ring, si combatte. Inoltre, stiamo facendo diventare Imane Khelif Cassius Clay: ha indubbiamente una forte muscolatura, ma tecnicamente non è di un alto livello. Io l’ho vista anche in allenamento. Una volta che sei salito sul ring non puoi scendere perché fa male. Il pugile che fa? Secondo me Angela ha fatto l’errore più grande che potesse commettere. Più volte nella mia carriera, ho dimostrato che quando tecnicamente non potevo vincere con il mio tipo di pugilato, mettevo sul ring anche la possibilità di poter perdere la vita. Non mi interessava, perché era una questione anche di dignità ed orgoglio. Ho fatto il pugile, ho fatto una scelta e la devo rispettare. Se non posso vincere con la tecnica devo vincere in un’altra maniera. Questo è il ragionamento di un pugile».

Ha poi continuato:

«In questo momento l’unica persona che mi fa tenerezza è proprio l’algerina, perché è stata sbattuta su tutti i giornali. Chi la chiama trans, chi la chiama gay, chi la chiama uomo. Ci sono degli organi preposti per decidere queste cose, non è giusto mettersi in mezzo».

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