Per Errani è il coronamento di una grandissima carriera. Ha vinto tutti gli Slam del doppio. Paolini vince dopo le finali di Parigi e Wimbledon
Oro storico nel tennis: Errani è la Djokovic del doppio, Paolini è la nostra Alcaraz.
Il doppio femminile ha vinto la medaglia d’oro nel tennis. Ha vinto la coppia azzurra Sara Errani Jasmine Paolini contro le russe Shnaider Andreeva. Partita ovviamente intensissima. Le russe sono partite benissimo: 6-2 il primo set. Poi le azzurre si sono riprese: 6-1. La medaglia d’oro si è decisa al super tie-break a dieci. Sara Errani ha giocato un super tie-break strepitoso e Paolini ha offerto il suo solidissimo tennis da fondo. È finita 10-7. Sara Errani è la nostra Djokovic del doppio, ha vinto tutti i Grandi Slam di doppio, in coppia con Roberta Vinci. È stata numero uno di doppio. E ha 37 anni come Novak. Jasmine Paolini è la nostra Alcaraz, picchia forte da fondo campo, è stata finalista a Parigi e a Wimbledon. E ora la meritatissima medaglia d’oro. La prima del tennis alle Olimpiadi.
Bertolucci: Errani e Paolini mai banali e intelligenti tatticamente; Musetti ha preso tutti in contropiede
L’ex tennista Paolo Bertolucci scrive sulla Gazzetta dello Sport in merito alla finale alle Olimpiadi di Sara Errani e Jasmin Paolini nel doppio femminile e la possibilità per Lorenzo Musetti di prendere la medaglia di bronzo.
Una storia meravigliosa, quella del doppio femminile azzurro formato da Sara Errani e Jasmine Paolini, che potrebbe sbocciare anche in una favola. In tanti avevano sollevato dei dubbi sulle loro possibilità di raggiungere una posizione di vertice nel circuito, invece la chimica tra le due ragazze è risultata ben presto quella vincente. La Errani, dall’alto della sua esperienza, forte di una manualità e di un posizionamento sottorete preciso e puntuale, guida con sapienza la Paolini, che dal canto suo prepara con fendenti di rimbalzo la finalizzazione del punto. Bello osservare sempre un gioco creativo, mai banale, pieno di invenzioni, frutto di intelligenza tattica e scaltrezza nel prendere le opportune decisioni.
Di Musetti invece scrive:
Sulle qualità tecniche, ma anche su quelle fisiche del ventiduenne c’erano ben pochi dubbi, ognuno ha bisogno dei propri tempi per maturare e trovare la strada giusta verso le posizioni di vertice. Forse i grandi successi giovanili lo avevano portato a gestire più che ad aggredire la partita, forse necessitava solo di uscire da sotto i riflettori e lavorare più nell’ombra. O forse, più semplicemente, la nascita del figlio lo ha costretto ha vedere il futuro sotto un angolo diverso. Fatto sta che ha preso tutti in contropiede, esplodendo sull’erba di Stoccarda, Queen’s e Wimbledon per poi proseguire sulla terra battuta. Seppure ancor giovanissimo, si è preso sulle spalle tutto il peso del tennis azzurro maschile.