Il giovane Meret si rialza dai suoi atavici dolori. Segnali di risveglio da Di Lorenzo. Cheddira, quel rigore certifica qual è la sua categoria
Le pagelle di Napoli-Modena 4-3 di Coppa Italia, a cura di Fabrizio d’Esposito.
MERET. L’ultimo epurando del giacobinismo di Conte respinge due rigori nell’epilogo della lotteria e ribalta il suo fato almeno per questa di notte di San Lorenzo: le stelle cadono e il giovane Meret si rialza dai suoi atavici dolori. Del resto, traslocare in un amen dalle stalle alle stelle è una legge fondamentale del calcio come sentimiento. Non solo: nei precedenti novanta minuti, c’è pure Santa Traversa che lo assiste amorevolmente sulla Palumbella vendicativa del modenese nativo di Mugnano – 8
DI LORENZO. Anche stasera l’Eurocapitano che fu ricomincia da centrale di destra e ogni fuga in avanti cancella un pezzettino (e sono tanti) dell’incubo che ha vissuto durante il Regno Oscuro dei Tre Allenatori e del Duce Aurelio. Siamo appena al 10 agosto e le gambe sono macigni come quelle di tutti i compagni, o quasi, ma Di Lorenzo c’è eccome e non dimentica mai di offendere, anche se il modulo contiano è tutta un’altra storia e l’ultimo a crossare lì a destra è don Pasquale il Biondo – 6,5
RRAHMANI. Sorprende ritrovarlo comandante in capo della difesa a tre, ma per Amir, come per noi, dev’essere un sollievo vedere Giovannino Gesù in panca e avere da una parte il citato Di Lorenzo e dall’altra il Corazziere Buongiorno. Certo, il Modena fa solo due tiri ma centra entrambe le volte la porta epperò lì dietro il vento soffia diversamente, per fortuna – 6,5
BUONGIORNO. È lui il nuovo dominatore dell’aria ma se la cava benissimo anche sul terreno, pure a spingere – 6,5
MAZZOCCHI. Questo Napoli contiano per il momento veloce come una tartaruga è il Napoli dei cross e dei tiri da fuori area. Don Pasquale il Biondo si danna molto lì a destra e talvolta la sua generosità sovrasta i suoi limiti: ma quanto può durare? Non solo: è dalla terra di mezzo in su che la realtà bagna il Napoli, per copiare il commento contiano – 6
NGONGE dal 56’. Entra in modo fiacco ma poi un paio di cose buone le combina. In ogni caso, il suo rigore lo segna – 6
LOBOTKA. Anche se ha cambiato completamente fisionomia, il possesso azzurro continua ad avere percentuali stratosferiche, oltre il 70 per cento, e Robotka rimane il Signore del Centro, incaricato pure di fare l’hombre vertical per dimezzare i tocchi del possesso e dare più velocità. Tuttavia il Robo vertical è ancora più teoria che prassi – 6
ANGUISSA. Detto delle gambe pesanti e della lentezza, detto pure della dolce ossessione per i cross, Zambo costituisce il vero enigma, se non problema, di questo nuovo Napoli, questione centravanti a parte. Per spiegarmi: nella filosofia contiana della terra di mezzo, i due centrocampisti centrali devono essere pensatori guerrieri, votati alla fantasia e alla pugna, e Anguissa al momento sembra l’azzurro che fa più fatica ad adattarsi al tre quattro due uno, per non parlare del quattro due quattro. Un po’ meraviglia perché ha fisico e talento, forse si tratta solo di smaltire le scorie della preparazione e anche quelle psicologiche del disastro post-tricolore – 5
SPINAZZOLA. Bello vederlo in azzurro, innanzitutto. Stasera conferma l’operosa vivacità tracimata nelle amichevoli disputate. Spinazzola è uomo di assist e di occasioni personali, tuttavia verrà il momento, visti i suoi tormenti post-Europei, in cui avrà bisogno di una pausa – 6,5
OLIVERA DAL 72’. Peccato per quella pelota colpita male di testa nel finale. Forse non ci ha creduto abbastanza – 5,5
POLITANO. C’è da dire che il Modena sembrava avere uno scudo spaziale in difesa ma era pur sempre il Modena e Na-Politano nulla ha potuto, coi suoi soliti dribbling seguiti da tiri ribattuti, tranne in un caso – 5,5
CHEDDIRA dall’86’. L’orrendo rigore che si è fatto parare dimostra che è un attaccante che non può andare oltre il campionato cadetto – 5
KVARATSKHELIA. Lo scudo spaziale modenese non fa che centuplicare le sue forze e la sua voglia di essere decisivo, ahinoi con zero risultati nei novanta minuti. Indi batte con fredda classe il rigore decisivo – 6,5
RASPADORI. Giacomino è un equivoco che ci trasciniamo da tre anni e adesso il tormentone Osimhen gli scarica addosso anche colpe non sue. In ogni caso con Conte il centravanti deve essere una Presenza che ingombra l’area avversaria, per incutere paura. E il povero Giacomino non fa paura per nulla – 5
SIMEONE dal 65’. Il Cholito è più centravanti di Giacomino ma nella sostanza non cambia nulla. Tuttavia segna il quarto rigore della serie azzurra – 6
CONTE. La strada è quella giusta. Dopo lustri di estetica orizzontale, dapprima perdente indi vincente, Antonio Conte è l’homo novus e sapiens del cambiamento. Questo Napoli ha sicuramente dei problemi, ma i più grossi non dipendono da lui, che per il momento fa l’aziendalista seppur virando sul malpancismo latente. Ma fino a quando, ben conoscendo noi i limiti di Adl Sor Tentenna nelle trattative di mercato? – 6
ARBITRO BONACINA. Un esordiente per certi versi ancora acerbo – 5