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Paola Egonu, in faccia ai maligni e ai razzisti il suo nome scintillerà

La Stampa: attaccarla è uno sport nazionale, l’ex ct Mazzanti le preferì Antropova. Velasco l’ha rigenerata. Lei schiaccia e mura. Per ora, sta zitta

Paola Egonu, in faccia ai maligni e ai razzisti il suo nome scintillerà
Italy's #18 Paola Ogechi Egonu and Italy's #06 Monica de Gennaro celebrate with Italy's head coach Julio Velasco after winning the women's volleyball semi-final match between Turkey and Italy at the South Paris Arena 1 in Paris on August 8, 2024 during the Paris 2024 Olympic Games. (Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP)

Egonu, in faccia ai maligni e ai razzisti il suo nome scintillerà.

Paola Egonu. Checché ne dica Velasco, che giustamente ripete che alla base di tutto c’è il concetto di squadra, è sempre lei la donna copertina dell’Italia della pallavolo e non solo.

Scrive La Stampa con Paolo Brusorio:

E ora chi lo dice a Vannacci che questa ragazza (“dagli evidenti tratti somatici non italiani” il generale dixit) porta la nazionale azzurra a giocarsi per la prima volta un oro olimpico? Paola Egonu si candida a regina d’Italia, lei che dal suo Paese ha preso anche tanti schiaffi e qualcuno ne ha pure dato. La numero 18 azzurra mette la prima palla a terra della semifinale, è uno di quei casi in cui non servono indizi supplementari, è lei l’osservata speciale. «Egonu is on fire», la speaker dell’Arena Paris sud non ci mette molto a inquadrare la situazione, gioca facile.

Tre anni fa a Tokyo l’Italia fu schiacciata dalla Serbia. (…) Egonu che fa i capricci o la stella, che hanno la stessa radice se vuoi spargere veleno: dopo i Giochi il putiferio social e un ct, Mazzanti che fa nulla o poco per difendere le ragazze. La legge tanto è sempre quella, colpire Egonu per educare Egonu. Facile sparare addosso alla più brava, alla più in vista. Alla più. Il rapporto con il predecessore di Velasco si sgretola torneo dopo torneo, sussurro dopo sussurro. Agli Europei 2023 le viene preferita Antropova e per farlo ci vuole del fegato che poi diventa amaro se il torneo va male. Fine della corsa del ct.

Tra Sacchi e Van Basten, Berlusconi scelse il fuoriclasse e arrivò Capello. Qui anche: in piedi resta la campionessa e arriva Velasco. E inizia un’altra storia per la Nazionale e per l’opposto azzurro. (…) Egonu si fida di lui e lui, abituato a maneggiare pietre preziose, sa come prenderla e, nel caso, levigare gli spigoli. (…) Paola un po’ si raffredda e qualche giro lo fa in panchina, chiuderà con 24 punti, quasi normale per una come lei. Ma è una nuova Egonu, sa difendere come prima campo con Antropova, sì proprio lei, e poi con il gruppo.

Ma non è ancora il momento di parlare. (…) Dopo il quarto di finale con la Serbia ha stampato un bacio al suo compagno e pure lì si è presa i vaffa social. Attaccarla è uno sport nazionale.

Egonu impeccabile contro la Turchia: concreta, pronta a sacrificarsi anche in difesa, precisa al servizio

Ieri il successo olimpico dell’Italvolley femminile allenata da Velasco in semifinale per 3-0 contro la Turchia. Anche se il punteggio dei singoli set racconta di un match combattuto punto a punto. Ne parla anche la Gazzetta che elogia la prestazione di Paola Egonu.

Paola è stata senza dubbio la grande protagonista di questa semifinale, portando a casa punti fondamentali e senza mai strafare. Concreta, puntuale, pronta a sacrificarsi anche in difesa, precisa al servizio (due ace, uno sul 20-20 del terzo) e a sedersi in panchina (anzi a rimanere in piedi seguendo ogni azione accanto alla panchina) quando Velasco nel secondo e nel terzo set ha deciso di fare entrare al suo posto una pazzesca Antropova. Egonu vince la sfida personale con Melissa Vargas, “ai punti” – 24 contro 17 – ma soprattutto nell’impegno e nella costanza. Ieri le abbiamo visto fare davvero di tutto con una lucidità impressionante visto il contesto decisamente poco consueto.

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