«Dicono che noi giovani siamo svogliati. Che se non finisci la triennale in tre anni… Che sbagliamo. Non è così: ognuno ha i suoi tempi»
Pilato torna sulla polemica con Di Francisca: «Sgradevole, neanche mia madre mi dice cosa fare e cosa dire».
Benedetto Pilato torna a parlare dopo la 4×100 misti femminile che è stata squalificata anche se aveva fatto segnare il sesto tempo. Le sue parole alla Gazzetta dello Sport.
Parla di sé, di quest’esperienza olimpica. E anche della sua via stravolta dal trasferimento da Taranto a Torino a 19 anni.
«Dal punto di vista tecnico sono molto contenta di come è andata questa Olimpiade. Della serenità con cui l’ho affrontata, visti gli ultimi anni. Anche oggi è stata l’ennesima conferma. Di solito sono una che non crede tanto in se stessa. Qui ho capito dove voglio stare, quanto valgo, e di questo sono contenta».
Pilato dice che la sua è una battaglia generazionale
Poi arriva il riferimento a Di Francisca e alla polemica dopo la sua gioia per il quarto posto nei 100 rana.
«Per tutto quello che è successo, penso che servisse una svegliata. Soprattutto a noi giovani. Quanto accaduto a me, sgradevole, succede anche in tanti altri ambiti. Non solo nello sport, ma anche nel lavoro, a scuola, all’università. Ho sentito tanti giovani che si sono sentiti colpiti personalmente da quello che ho detto e spero di aver smosso un po’ soprattutto la mia generazione. Gli amici mi hanno scritto: “Ti rendi conto che si sono mossi tutti per te?” Penso che sia stata la mia vittoria più grande. Poi ci tengo a dire che io non sono una che si accontenta. Io non sono una a cui piace perdere, a tutti piace vincere. È ovvio che nel momento in cui vedo un quarto posto non posso fare altro che dire brave alle prime tre. E non posso chiedere di rifare la gara o rifare l’intervista. E quindi ovviamente in quel caso bisogna accettare quello che c’è, a prescindere. Io sono contenta perché ho capito quanto valgo. Quella era la mia soddisfazione nell’intervista. Spero che questo sia un buon punto di partenza. Soprattutto per noi più giovani».
Una medaglia però avrebbe dato una svolta alla sua carriera.
«Sarebbe stato così arrivando ultima, quarta o prima. Penso di essere solo all’inizio. Anche se mi dicono che sono una milf del nuoto. Lo giuro. Me lo dice Antonio il mio allenatore, perché sono tanti anni che sono in Nazionale. Spero di non stufarmi, visto che ho iniziato presto. Io veramente in questa settimana ho capito quanto mi diverto a fare ciò che faccio: a prescindere dai risultati. Poi ovvio se si fa bene è ancora più bello. Sono innamorata di quello che faccio. Ho i cuoricini negli occhi”.
Il suo è un messaggio generazionale?
“Sì, perché dicono che noi giovani siamo svogliati. Che se non finisci la triennale in tre anni… Che sbagliamo. Che se finisci l’università in 10 anni fai c… Non è così: ognuno ha i suoi tempi. Ognuno gioisce per quello che vuole. Quello che mi sento di dire è che neanche mia madre mi dice cosa fare e cosa dire. E sicuramente non me lo può dire qualcun altro. Sono felice di quello che ho fatto. E l’unica cosa che mi sento di dire è che tutti abbiamo un percorso e io non mi permetterei di parlare di qualcuno di cui non conosco il percorso. Mi dispiace soprattutto per quello”.
Benedettta Pilato è soddisfatta della 4×100 mista nonostante la squalifica:
«Non ci credevano tutti, solo noi. Peccato per la squalifica, saremmo entrate in finale da seste, alle Olimpiadi le nostre staffette non sono sempre così competitive. Siamo comunque contente. Qui il clima è diverso, io non ho bellissimi ricordi di Tokyo, ma non solo per la squalifica nella mia gara ma anche per l’ambiente, il Covid e altro. Sono qui per godermi tutto e conto di farlo anche nell’ultimo giorno».