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Raducanu, viva la sincerità: «Primo slam senza Murray? Non sembra diverso, il tennis non perdona, va avanti»

La tennista britannica: «Non importa chi sei, va avanti e basta. C’è sempre un’altra partita, c’è sempre un altro torneo»

Raducanu, viva la sincerità: «Primo slam senza Murray? Non sembra diverso, il tennis non perdona, va avanti»
Britain's Emma Raducanu returns against New Zealand's Lulu Sun during their women's singles fourth round tennis match on the seventh day of the 2024 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on July 7, 2024. (Photo by HENRY NICHOLLS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE

Emma Raducanu è stata spietatamente schietta e sincera sull’addio del connazionale Andy Murray al tennis.

Quando le è stato fatto notare che lo Us Open è il primo slam dal ritiro di Murray e le è stato chiesto se sentisse qualcosa di diverso con la sua mancanza, ha risposto:

«No, non sembra affatto diverso (senza Murray). Il tennis è spietato in questo senso. Non importa chi sei, va avanti e basta. C’è sempre un’altra partita, c’è sempre un altro torneo».

Raducanu su Murray

«C’è sempre un’altra partita, c’è sempre un altro torneo. Naturalmente Andy ha raggiunto risultati straordinari e l’ho visto vincere questo torneo, ma il ritmo è veloce, proprio come la vita. Il giorno dopo è già storia vecchia».

L’ultimo addio di Murray, il campione che ha devastato l’epica del dolore: «Il tennis non mi è mai piaciuto» (Luglio)

Affaticato. Mezzo zoppo. Con la fronte corrugata pure mentre detta al suo social media manager (sempre che ne abbia uno) il testo del suo commiato. E quell’espressione un po’ lanosa di chi scherza e non lo sai, ma se ridi beh, no: non stava scherzando mica. Deve aver indossato tutta la sua dolorosa ironia british dolore per scrivere «In ogni caso non mi è mai piaciuto il tennis» su X, Andy Murray. Per mettere in fila le parole dell’addio definitivo più fico di sempre. Dopo aver aggiornato la sua “bio” con un semplice tocco d’artista: da “gioco a tennis” a “giocavo a tennis”.

Eccolo l’ultimo vagone d’un treno emotivo che doveva essere giunto al capolinea da un po’. La chiusura di un’agonia celebrativa. Così la parola fine la mette lui, come piace a lui.

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