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Sacchi: «Conte è bravissimo, mi auguro che De Laurentiis ne comprenda il valore e lo aiuti»

Al Giornale: «Prima di Usa 94, chiesi all’Avvocato Agnelli: chi mi consiglierebbe dei suoi? La risposta fu: i tre tedeschi»

Sacchi: «Conte è bravissimo, mi auguro che De Laurentiis ne comprenda il valore e lo aiuti»
1994 archivio Storico Image Sport / Italia / Roberto Baggio-Arrigo Sacchi / foto Aic/Image Sport

Il Giornale ha colto l’occasione di una fiera per intervistare Arrigo Sacchi, un modo “per chiedergli conto di una recente, feroce polemica e dei nodi che attorcigliano l’esistenza del calcio italiano“. Il riferimento è alla polemica nata dopo le parole di Sacchi sul rigore sbagliato da Baggio che ha scatenato anche la risposta di Aldo Serena.

Una battuta anche sulla Serie A che si appresta a ricominciare:
«Conte a Napoli? Antonio è bravissimo. Spero e mi auguro che il presidente ADL ne comprenda il valore e lo aiuti all’inizio del lavoro. Allo stesso tempo ho la speranza che Antonio vada sempre più deciso verso la strategia».

Sacchi: «Come si può pensare che io sia irriconoscente»

«Continuo a chiedermi come si possa pensare che io sia irriconoscente nei confronti degli azzurri di quella spedizione che considero degli eroi per le sofferenze patite, caldo, orari impossibili, umidità del 98% e partite vinte in 9 contro 11. Il mio paragone era riferito esclusivamente all’epilogo delle due finali in questione», spiega Sacchi.

L’ex ct della Nazionale continua:
«Quanto a Roberto Baggio, per cancellare ogni traccia di inutile veleno, ricordo un episodio. Qualche mese prima di partire per gli Usa, andai a Genova a vedere Samp-Juve per controllare lo stato di salute di Baggio. Durante l’intervallo, con Boniperti scappato via, chiesi all’Avvocato Agnelli: chi mi consiglierebbe dei suoi? La risposta fu: i tre tedeschi. Aggiunsi: ma io sono il ct della Nazionale italiana!».

Quel secondo posto al mondiale non fu mai celebrato…
«Ci furono anche motivazioni di natura politica: ero visto come il ct caro al presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Nelle settimane successive alla finale col Brasile incontrai un signore che mi confessò la propria delusione per quel secondo posto. Gli chiesi: che mestiere fa lei? Rispose: l’idraulico. Se le dicessero, aggiunsi io al volo, che è arrivato secondo in una classifica mondiale degli idraulici, lei come si sentirebbe? Rispose: sarei felice. Anche io, gli dissi. In tal senso ho sentito e molto apprezzato l’intervento di Velasco sul valore del secondo posto».

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