Sul CorSera. Ci siamo commossi a Tokyo. È quasi impossibile che la scena si ripeta stasera. E pure Chituru Ali dovrà migliorare per avere speranze di finale
Il Corriere della Sera con Aldo Cazzullo commenta la prestazione di Jacobs nei 100 metri. Le sensazioni non sono purtroppo buone, anche per sua stessa ammissione. L’oro olimpico nei 100 metri a Tokyo non sembra più lo stesso. La medaglia più prestigiosa, quasi sicuramente, finirà al colo di qualcun altro.
Godiamoci la semifinale, Jacobs potrebbe essere eliminato
Scrive Cazzullo sul CorSera:
Scordiamoci Tokyo. Marcell Jacobs non è più quello. Non è stata una meteora, dopo l’oro olimpico ha vinto un Mondiale indoor e due Europei, oggi si gioca la semifinale. E noi godiamoci lo stesso la gara olimpica per eccellenza. Perché Parigi potrebbe svelare una nuova stella, giamaicana come Bolt: Kishane Thompson.
L’erede di Bolt si rivelerà forse tra un secolo, e Thompson ovviamente non lo è; però nella sua batteria ha destato una grossa impressione, ha corso solo per settanta metri, poi ha frenato sin quasi a fermarsi, come per nascondere la sua forza. Trecce rasta, corsa di potenza, fisico scultoreo, molto diverso dal suo compatriota brevilineo Seville Oblique.
Hanno fatto meno impressione gli americani. In particolare il più atteso: Noah Lyles, la speranza Usa di recuperare il trono olimpico. Istrione, al via si pettina le treccette, accenna una mossa di boxe — jab destro, jab sinistro, montante —, poi però è poco brillante, un po’ legnoso, insomma fa fatica.
Ci siamo commossi a Tokyo per Marcell Jacobs. È quasi impossibile che la scena si ripeta stasera. E pure Chituru Ali dovrà mulinare il suo piedone da 49 e mezzo molto più velocemente di ieri per avere speranze di finale. Questo non cancella e non sminuisce nulla. Ieri Marcell picchiava i muscoli ribelli, come per addomesticarli. Diamogli ancora una chance. Sarà anche un duello di sponsor: Jacobs per Puma, Lyles per Adidas, Thompson per Nike, che forse ha fatto l’investimento migliore. Saranno tre semifinali senza un solo bianco; ma presto verrà un giorno in cui non faremo più caso al colore della pelle degli atleti.