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«Sinner doveva essere squalificato come tutti gli altri. Ci sarà sempre un’ombra su di lui»

Il francese Pouille a Rmc Sport: «Altri non hanno ricevuto questo trattamento. Perché la notizia è uscita solo adesso? Il mio fisioterapista si lava sempre le mani»

«Sinner doveva essere squalificato come tutti gli altri. Ci sarà sempre un’ombra su di lui»
Londra (Inghilterra) 10/07/2024 - Wimbledon / foto Panoramic/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Sinner positivo ma assolto. Positivo a tracce di Clostebol, assolto perché l’assunzione è stata giudicata involontaria. Non c’è stato dolo, la sostanza era in un prodotto adoperato dal suo fisioterapista per curarsi una ferita al dito. E sarebbe rimasta qualche traccia che è finita nel corpo di Sinner.

Il mondo del tennis ha reagito in maniera controversa. Kyrgios ha detto chiaro e tondo che Sinner avrebbe dovuto avere due anni di squalifica. Anche Shapovalov ha espresso i suoi dubbi.

Tra gli scettici c’è anche il tennista francese Lucas Pouille che ha scritto un tweet subito dopo la notizia e poi ha concesso un’intervista a Rmc Sport. Pouille è agli Us Open e sta disputando le qualificazioni.

Su X ha scritto: “Forse è il caso di smettere di trattarci da idioti”. Rmc Sport lo intervista.

«Sinner ha ricevuto un trattamento speciale, perché è numero uno»

Qual è stata la tua sensazione quando hai sentito la notizia?

«Penso che non siamo tutti uguali. Penso a giocatori come Mickaël Ymer, che è stato squalificato per quasi due anni perché per tre volte non si è presentato all’antidoping e non è mai stato trovato positivo. Ora abbiamo un giocatore numero 1 al mondo che è stato trovato positivo in un modo molto strano. Ho viaggiato con un fisioterapista per più di dieci anni, ogni volta prima di massaggiare e dopo averlo fatto, si lava le mani. Trovo strano anche che la notizia stia uscendo solo ora e non quando è accaduto (ossia ad aprile, al torneo di Indian Wells, ndr).

Jannick Sinner dovrebbe essere sospeso?

«Dal momento in cui sei risultato positivo, devi essere sospeso come tutti gli altri. Lo ripeto, ma ovviamente non siamo tutti uguali. Nel 2019, il giocatore cileno Nicolas Jarry risultò positivo. Si becca due anni di squalifica, ridotti a undici mesi, perché aveva detto che non l’aveva fatto apposta, che c’erano circostanze attenuanti, ma il suo anno se l’era preso. In questo caso, come per magia, non prende i punti di Indian Wells, non prende i suoi soldi, becca una multa ma può continuare a giocare. È fantastico! Se è innocente, perché togliergli punti e multarlo… è singolare o no?»

La spiegazione, le giustificazioni ti sembrano comprensibili?

«Per lo più mi sento come se fossimo presi per cretini. Parliamo di uno steroide attraverso uno spray che mettiamo su una ferita. Quando ho una piaga, comprerò mercurio cromo e un disinfettante regolare, e basta».

Questa decisione offusca l’immagine del tennis?

«Quando vuoi fingere di essere uno sport impeccabile, non annunci sei mesi dopo che il nostro numero 1 del mondo e vincitore del primo Grande Slam dell’anno è risultato positivo a una sostanza».

Jannick Sinner sarà visto in modo diverso sul circuito d’ora in poi?
«Ci sarà sempre un dubbio».

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