ilNapolista

Staffetta 4×100, perché non provare Ali o Simonelli? In Italia chi vince, ha il posto a vita

La Stampa: come dopo le vittorie ai Mondiali di calcio, il quartetto di Tokyo non è stato messo in discussione anche se la stagione ha detto altro

Staffetta 4×100, perché non provare Ali o Simonelli? In Italia chi vince, ha il posto a vita
Britain's Zharnel Hughes, US' Fred Kerley, Japan's Koki Ueyama and Italy's Filippo Tortu cross the finish line in the men's 4x100m relay final of the athletics event at the Paris 2024 Olympic Games at Stade de France in Saint-Denis, north of Paris, on August 9, 2024. (Photo by Martin BERNETTI / AFP)

Staffetta 4×100, perché non provare Ali o Simonelli? L’Italia non esclude mai chi vince (La Stampa).

Il quarto posto della staffetta 4×100 nell’atletica leggera è chiaramente una delusione, soprattutto se consideriamo la squalifica degli Stati Uniti.

La Stampa centra il punto:

Alla staffetta di Parigi capita quello che è successo all’Italia del calcio campione del mondo nel 2010: è sempre difficile mettere in discussione gli uomini che ti hanno portato al successo.

L’Italia che vince non si cambia. Peccato però

La Stampa giustamente scrive che con 37″68 è un quarto posto che fa male.

Soprattutto a loro, perché si resta giù da un podio possibile. Vince il Canada con lo stesso tempo degli azzurri a Tokyo, 37”50. Buttiamo un’occasione quando per l’ennesima volta gli Usa si eliminano da soli. Patta rientra in squadra e si conferma uno dei migliori curvisti al mondo, i cambi funzionano e Jacobs è una garanzia (8”96), Melluzzo fa quel che ci si aspetta (10”40), solo che qualcosa manca e per quanto crudele sia, viene, magari troppo, facile trovarlo nell’ultima frazione. Con un Tortu molto diverso da quello di tre anni fa. Non è questione di chi lo supera, specialisti dei 100 metri e nemmeno di dentro o fuori la formazione. Non funziona così. Semplicemente la stagione ha detto più volte che si potevano provare altre opzioni di uomini e combinazione ed è rimasto invece naturale affidarsi a ciò che era collaudato.

Il responsabile di settore Di Mulo si è sempre basato su prove e calcoli e ha centrato più volte obiettivi. Lui si è tenuto parametri validi, resta un peccato aver così tanto parlato di abbondanza e scelte e poi essere rimasti fissi su uno schema che qualche allarme (tipo i Mondiali di staffetta di maggio) lo aveva dato. Non considerare Ali o Simonelli, non ipotizzare Tortu in partenza. Nessuno sa come sarebbe andata, ovvio, ma ha resistito l’idea della formazione nota. Ha traballato in batteria, con Patta fuori nonostante abbia provato ancora al mondo (frazione da 9”12) che fa il suo mestiere come pochissimi.

ilnapolista © riproduzione riservata