Alla Gazzetta: «Ho condiviso tutto sui social per correttezza verso i tantissimi che mi chiedevano. In gara ero senza forze».
Ieri amara delusione per Gianmarco Tamberi, che dopo essere stato dimesso dall’ospedale per un calcolo renale, non è riuscito a saltare gli oltre 2,27 metri. La sua intervista alla Gazzetta dello Sport.
Tamberi: «Forse ho sbagliato a concentrarmi troppo sullo sport»
Gimbo, qual è il sentimento prevalente, ora?
«Non lo so. So solo che mi spiace da morire, perché nonostante tutto, fantasticavo di riuscire comunque a costruire qualcosa. E invece…».
Già ad essere in pedana ha fatto un miracolo dopo la colica renale…
«I miracoli sono altri. Nel primo pomeriggio mi hanno portato in autoambulanza in ospedale, mi hanno fatto gli accertamenti del caso. Il sangue che ho vomitato non era dovuto a un’emorragia, ma ai tanti farmaci assunti di recente. Mi hanno detto che gareggiando non avrei rischiato, purché evitassi altri infiammatori. Ma non poteva essere una situazione ideale».
Cos’ha provato quando le han dato il via libera?
«Una grande scossa di adrenalina, una carica enorme. Mi son detto che forse non tutto era perduto. Ho voluto continuare a crederci, anche per l’immenso affetto ricevuto da tutti gli italiani in questo periodo. I tantissimi tifosi allo stadio, i frequentatori dei social: ringrazio tutti. Nel riscaldamento ho “beccato” un salto discreto, ma in gara ero proprio senza forze».
Barshim l’ha abbracciata: cosa le ha detto?
«Non so, ero confuso. Solo Stefano Sottile, in pedana, con il suo 2.34, mi ha strappato un sorriso».
Qualcuno ha criticato il fatto che ha condiviso tutto quel che le è successo sui profili social…
«È normale, lo capisco. Ma mi son sentito in dovere di farlo per aggiornare i tantissimi che mi domandavano come stesse andando. Non solo famigliari e amici. L’ho fatto per correttezza».
Adesso è in grado di guardare avanti?
«Cerco solo di non pensare a quel che è successo, sennò scoppio a piangere. So di aver sbagliato delle cose tecniche, ma non riesco a fare autocritica. Non me lo meritavo, non riesco ad accettarlo. Forse ho sbagliato a concentrarmi al 100% sullo sport. Ho lasciato tanto per strada, anche quella famiglia che avremmo potuto fare tre anni fa. Ci ho provato con tutte le mie forze: grazie, mi dispiace».