Nel pomeriggio era in ospedale, ci ha provato, na s’è dovuto arrendere al destino. «Non mi meritavo quello che mi è successo domenica scorsa e questa notte»
Tamberi non ce l’ha fatta. Non poteva farcela. In ospedale nel pomeriggio per una seconda colica renale, alle sette della sera era in pedana per provare a difendere l’oro olimpico. Una esemplare storia di sport. Una esemplare storia di Olimpiadi. Tamberi ha saltato i 2,22 al terzo tentativo e poi non ce l’ha fatta a 2,27. Non poteva farcela, ripetiamo. Ma la sua è una grande lezione. La lezione di chi non si arrende. Nemmeno alla realtà. Di chi ci prova fino alla fine. Tre anni di sacrifici in fumo per una doppia colica renale. Il destino si è accanito su di lui. Ma è riuscito a commuovere anche in questa occasione.
La vita non finisce qui, anche se è dura. Nemmeno la sua vita sportiva finisce qui. Ora dovrà smaltire la delusione.
Sottile disputa una bellissima gara, finisce quarto saltando 2,34.
CRONACA LIVE
Inizia la gara. L’azzurro salta i 2,17 metri. Li supera invece Sottile al primo tentativo.
Gimbo fa il primo salto a 2,22 metri, ma lo sbaglia; anche il secondo tentativo non va a buon fine. Al terzo e ultimo tentativo, invece, riesce a passare. Sottile invece non sbaglia al primo colpo.
2,27 metri – Sottile li salta al primo tentativo.
Tamberi invece fallisce il primo tentativo. E poi anche il secondo. E il terzo. Tamberi è fuori.
Sottile salta 2,31 al secondo tentativo. Sottile supera anche i 2,34 al primo tentativo.
Gianmarco Tamberi ha tenuto in apprensione l’Italia dopo un secondo calcolo renale che lo ha messo questa notte ko. La sua partenza per Parigi era stata ritardata di qualche giorno per lo stesso problema, ma alle qualificazioni di salto in lungo è riuscito a raggiungere un posto in finale.
La tristezza di Tamberi
Così Tamberi dopo la finale: «Mi spiace da morire, perché nonostante tutto quello che è successo mi ero convinto nella mia testa di poter fare quel qualcosa in più. Ho lavorato così tanto per questa gara… non sono più un ragazzino e sono sempre ipercritico nei miei confronti.
Oggi non riesco a esserlo. Cerco solo in qualche modo di stare tranquillo e non pensare a quello che è successo in questi giorni perché non riesco ad accettarlo. Questa la sentivo come l’ultima vera gara, a cui dedicare la vita. In questi anni non mi sono mai fermato a guardare quello che ho raggiunto. Mi spiace da morire perché non mi meritavo quello che mi è successo domenica scorsa e questa notte. Ho dato tutto me stesso allo sport e non ho mai cambiato in nessun modo la mia vita per i successi ottenuti. La fame c’era, ma mancava tutto il resto. Ho vissuto grandi emozioni, ma ho lavorato per la mia gara»
Tamberi si allena allo Stade de France dopo le dimissioni dall’ospedale
Oggi ha passato 10 ore in ospedale, scrivendo poi su Instagram: «Sono passate 10 ore e la colica renale ancora non è passata. Il dolore che sento da questa mattina, per quanto forte, è nulla confronto a quello che sto provando dentro. Anche quella che era la mia ultima certezza sta per svanire….. Sono appena stato portato in pronto soccorso in ambulanza dopo aver vomitato due volte sangue. Ora mi faranno altri esami per capire che cosa sta succedendo, vi aggiorno perché i tantissimi messaggi che sto ricevendo e l’amore che mi state dimostrando, quanto meno merita una risposta. Tutto ho sognato per questo giorno tranne di vivere un incubo così…».
I medici lo hanno dimesso successivamente e ha raggiunto lo Stade de France per provare a gareggiare. A pochi minuti dall’inizio della sua gara, ore 19, dalle immagini Rai si nota che sta iniziando ad allenarsi sia con la corsa, che con i salti.
Bere poco per mantenere la magrezza può essere stata una delle cause della colica
Ne scrive La Stampa con Giulia Zonca. Che si è soffermata anche sulla cura ovviamente maniacale del peso da parte di Tamberi. E proprio bere meno acqua potrebbe essere stata una delle possibili cause della colica.
All’arrivo a Parigi, il porta-bandiera è provato, debilitato: sta smaltendo la colica renale che lo ha sdraiato a tre giorni dalla qualificazione del salto in alto in programma domani e si muove lento, parla piano: «Come sto? Stavo meglio prima e mi sarei risparmiato quest’ennesimo problema. Ringrazio gli italiani per l’incredibile sostegno, farò di tutto per meritarmi tanto affetto e in pedana ci vado, senza dubbi». Così, febbricitante, senza più il dolore delle fitte che lo hanno spaventato e con il fastidio dei postumi che persiste, ma il guaio non è tanto la colica che sarà, si spera, smaltita, quanto la stanchezza che gli ha lasciato addosso. Sul corpo insieme muscolato e asciuttissimo che cerca di combinare leggerezza e potenza.