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Vavassori pro Pilato: «Si è persa la cultura della sconfitta, ormai se non vinci una medaglia sei un fallito»

Dopo l’eliminazione dal doppio misto: «Quando ero piccolo nessuno credeva in me, quindi a certe cose sono abituato a passarci sopra»

Vavassori pro Pilato: «Si è persa la cultura della sconfitta, ormai se non vinci una medaglia sei un fallito»
Italy's Andrea Vavassori returns to Norway's Casper Ruud during their men's singles second round tennis match on Court Suzanne-Lenglen at the Roland-Garros Stadium at the Paris 2024 Olympic Games, in Paris on July 29, 2024. (Photo by Miguel MEDINA / AFP)

Dopo aver perso il doppio misto insieme a Sara Errani contro l’Olanda alle Olimpiadi, Andrea Vavassori si è sfogato a fine match. Ha parlato anche di quanto accaduto con Benedetta Pilato; la nuotatrice aveva dichiarato di essere felice del suo quarto posto, provocando l’attacco della schermitrice Elisa Di Francisca, che aveva dichiarato: «Ma ci è o ci fa? Se vai alle Olimpiadi, vai per vincere».

Vavassori è pro Pilato: «Si è persa la cultura della sconfitta, ormai se non vinci una medaglia, sei fallito»

A Zona Mista il tennista ha dichiarato:

«Cosa devo fare, impiccarmi? Io credo che ormai si sia persa la cultura della sconfitta, del valore di una persona, di un atleta che fa tanti sacrifici per arrivare alle Olimpiadi, e che se ce la fa vuol dire già che ha dei valori importanti. Penso a quanto è successo con Benedetta Pilato. La Di Francisca non la conosco, per carità non voglio essere io a crocifiggerla, ma per me quello che ha detto la Pilato dovrebbe essere la normalità. Invece ormai funziona così: o vinci la medaglia o sei un fallito».

«Quando ero piccolo nessuno credeva in me, quindi a certe cose sono abituato a passarci sopra. Però ogni giorno dai social arrivano insulti, minacce, io non voglio neanche aprirlo ora il cellulare, perché so che cosa ci troverò. Purtroppo un tempo i commenti da bar li sentivi, appunto, solo al bar. Ora sono dappertutto… La verità è che se uno come Ceccon, da cui ci si aspetta che vinca l’oro, lo vince significa è un autentico fenomeno, e bisogna celebrarlo. Ma questo non significa che se non ce la fa debba essere crocifisso. La Pilato ora lavorerà per la prossima Olimpiade, in cui magari vincerà anche lei l’oro. Io ora sono dispiaciuto, ma da domani lavorerò per essere a Los Angeles e vincere una medaglia. E se non ci riuscirò, anche all’Olimpiade dopo. Lo sport ha già una sua dose di crudeltà, inevitabile. Non rendiamolo ancora più pesante».

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