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Velasco: «Il murale di Egonu imbrattato? È un problema che riguarda la nostra società»

Alla Gazzetta: «Sul tema del razzismo in me troverà sempre un difensore. Non potevamo stare tre settimane al Villaggio olimpico»

Velasco: «Il murale di Egonu imbrattato? È un problema che riguarda la nostra società»
Italy's #18 Paola Ogechi Egonu and Italy's #06 Monica de Gennaro celebrate with Italy's head coach Julio Velasco after winning the women's volleyball semi-final match between Turkey and Italy at the South Paris Arena 1 in Paris on August 8, 2024 during the Paris 2024 Olympic Games. (Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP)

Julio Velasco intervistato dalla Gazzetta dello Sport dopo l’oro olimpico conquistato con la Nazionale femminile di pallavolo.

È risultata vincente la scelta di non alloggiare al Villaggio olimpico…
«La pallavolo, come la pallanuoto, apre e chiude i Giochi. Queste formazioni restano per 3 settimane e pensare di farlo al Villaggio olimpico non è il massimo. E poi in un luogo così non hai posti dove avere un rapporto con la squadra. Dovunque ti metti vieni sempre interrotto da qualcuno. E gli appartamenti, se non per dormire, sono poco ospitali».

Oltre alla pallavolo cos’ha seguito dei Giochi?
«Ho visto la gara dell’alto di Tamberi e Sottile, l’oro nel nuoto di Ceccon. E i 100 metri».

Al rientro in Italia c’è stato il murale di Egonu imbrattato da sconosciuti. Cosa ne pensa?
«È un problema che riguarda la nostra società».

Velasco: Mazzanti ha fatto un buon lavoro

Egonu ha dimostrato di essere la numero 1.
«In tanti dicono questo: per lei può essere una gratificazione ma anche un problema in quanto crescono ancora le aspettative su di lei. Sul tema del razzismo o cose simili in me troverà sempre un difensore. Su altri aspetti si deve invece alleggerire e spero che questa vittoria l’aiuti. Ha troppe pressioni. Quando uno dice che è la migliore del mondo e deve vincere sempre è molto difficile. Non mettiamole troppe pressioni. Partire da favoriti non è sinonimo di successo. Lo abbiamo visto a Parigi con noi e ma anche con altri atleti».

A cosa si riferisce?
«Il pianto di Djokovic è stato emozionante. Un campione che ha vinto tutto ma aveva sempre fallito ai Giochi (un bronzo in 4 edizioni, ndr)». 

In questo straordinario successo c’è qualcosa della precedente gestione Mazzanti?
«Certo. Questo gruppo è cresciuto con lui ma purtroppo era finito un ciclo. Mazzanti ha fatto un buon lavoro ma ha voluto prolungare un anno di troppo e le situazioni si sono complicate. Davide è stato ed è un grande allenatore e deve solo ritrovare certe consapevolezze».

«In Italia se un maestro sequestra il telefonino all’allievo, gli danno del fascista. Non è così» (al Corriere della Sera)

Velasco: «In Italia se un maestro sequestra il telefonino all’allievo gli danno del fascista. Non è così». Un suo ritratto sul Corriere della Sera a firma Aldo Cazzullo.

Che scrive:

E tutte abbracciano Julio Velasco: padre peruviano morto di pancreatite quando aveva sei anni, madre argentina, un fratello desaparecido

E ancora:

Anche Velasco oggi evita la politica. Un giornalista che lo conosce bene, Flavio Vanetti del Corriere, racconta che una volta a tavola cominciarono a fargli domande su Che Guevara; finì alle tre del mattino. A chi scrive accadde di trovarselo seduto accanto ai Giochi di Pechino 2008, all’indomani della cerimonia inaugurale, che Velasco era stato tra i pochissimi a criticare: «Una cerimonia di regime. E il peggior regime è il regime che funziona». Lui ha conosciuto una dittatura inefficiente sul piano militare ed economico, ma efficientissima nella repressione.

Velasco era tra i repressi. «Sono ancora un uomo di sinistra, ma non ideologico; forse perché lo sono stato troppo in gioventù. Non voglio stare tra le veline intellettuali: per questo in Italia non ho mai fatto politica, tranne quando ho dato una mano a Veltroni candidato premier, perché sapevo che avrebbe perso. C’è un errore che la sinistra non dovrebbe commettere: rinunciare al merito, e anche all’autorità. In Italia se un maestro sequestra il telefonino all’allievo gli danno del fascista. Ci si atteggia ad anarchici, per poi rifugiarsi nell’autocrazia: vent’anni di Duce, vent’anni di Togliatti, vent’anni di Berlusconi…». 

Velasco: «Mi manca la medaglia, non so perché ma all’allenatore non la danno»

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