ilNapolista

Velasco: «Mi manca la medaglia, non so perché ma all’allenatore non la danno»

Al Corsport: «Volevo autonomia e indipendenza, è una silenziosa rivoluzione delle donne. Ci sono uomini che non lo accettano e la violenza è dovuta anche a questo»

Velasco: «Mi manca la medaglia, non so perché ma all’allenatore non la danno»
Parigi (Francia) 11/08/2024 - Olimpiadi Parigi 2024 / volley / Italia-Usa / foto Image Sport nella foto: Julio Velasco

Velasco: «Mi manca la medaglia, non so perché ma all’allenatore non la danno». L’intervista al Corriere dello Sport (a firma Paolo de Laurentiis) dopo la vittoria dell’oro olimpico con la nazionale femminile di pallavolo.

Si darà qualche merito.
«Sono bravo a scegliere il gruppo di lavoro, questo sì. A formare la squadra che guida la squadra senza cercare il più bravo in assoluto ma il più bravo in quel determinato ruolo. Quando fai così, se non dovessi vincere ci vai molto vicino».

La squadra l’ha seguita subito.
Velasco: «Sono state brave. Di motivazione ce n’era anche troppa e stava diventando ansia. Ma la motivazione da sola non basta: serve la capacità di accettare il cambiamento e loro l’hanno avuta».

Velasco e gli uomini che non accettano l’indipendenza delle donne

Voleva ragazze forti e indipendenti.
Velasco: «Sono state straordinarie e lo direi anche se avessimo perso. Di due cose sono molto orgoglioso: in tutti questi giorni hanno fatto riunioni per conto loro senza coinvolgere me, non ho mai saputo cosa si sono dette. E oggi (ieri, ndr) prima della partita hanno scelto loro come fare il riscaldamento, non c’era bisogno delle mie indicazioni». 

La grande vittoria di una nazionale al femminile.
«In campo si è soli: volevo autonomia e indipendenza, è una silenziosa rivoluzione delle donne. Ci sono uomini che ancora non riescono ad accettare questo cambiamento e penso che uno dei problemi della violenza sulle donne sia dovuto proprio a questo. Ma è qualcosa di inevitabile e io, da padre di figlie femmine e nonno di nipoti femmine, ci tengo molto. Spero che questa vittoria possa contribuire a cambiare la cose».

Egonu.
«Su Paola c’è una pressione particolare perché è un’icona, il personaggio ha vita propria e diventa difficile da gestire. Poi è giusto avere opportunità di notorietà ma deve sapere che sono cose da gestire. Non so se mi ha ascoltato oppure no, l’importante è seminare. Tecnicamente abbiamo trovato soluzioni che non ci costringessero a far passare il nostro gioco e solo da lei».

Le manca qualcosa?
«La medaglia, non so perché ma all’allenatore non la danno».

ilnapolista © riproduzione riservata