Zitta zitta, lontana dal circo che l’Italia ha scatenato su Khelif per il ritiro di Carini, la taiwanese ha battuto Turdibekova ai punti. E non è morto nessuno
Vince anche Lin Yu-Ting, l’altra pugile “mascolina”. E no, l’avversaria non s’è ritirata
Nessun dramma. In separata sede, quasi zitta zitta, la taiwanese Lin Yu-Ting ha battuto al suo esordio olimpico nei 57 kg della boxe donne Sitora Turdibekova. L’uzbeka non s’è ritirata. Non ha fatto tante storie. Ha combattuto, ha perso nettamente ai punti, in tre round, e s’è lasciata sfuggire qualche lacrima una volta scesa dal ring. Così s’è consumato il match dell’ “altra” Imane Khelif, la pugile intergender che come l’algerina non aveva superato i test dell’Iba prima di essere invece ammessa ai Giochi dal Cio. La versione “silenziosa” di una vicenda che invece l’Italia ha trasformato in un circo.
Era considerata un’avversaria abbastanza semplice per Lin Yu-Ting
Turdibekova aveva vinto 3-2 contro la Sakobi ai sedicesimi, ed era considerata un’avversaria abbastanza semplice per Lin Yu-Ting. Il match ha confermato le aspettative: due fisici diversi, ma incontro senza tutta la violenza che mediaticamente dovrebbe contraddistinguere i colpi della taiwanese. Più alta, con allunghi difficili da controllare, agile, ma tutto qua.