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Pagelle – Addio ossessione della bellezza, Conte vara il Napoli dalle mani sporche

Sta demolendo i vezzi d’un tempo poi degenerati in vizi. E la concorrenza scozzese ha scetato Anguissa. Una lode per Buongiorno

Pagelle – Addio ossessione della bellezza, Conte vara il Napoli dalle mani sporche
Ni Castel di Sangro 03/08/2024 - amichevole / Napoli-Girona / foto NIcola Ianuale/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Pagelle – Addio ossessione della bellezza, Conte vara il Napoli dalle mani sporche

MERET. In terra sarda, il talento luminoso del giovane Meret è una sorta di scudo spaziale contro i pericoli che arrivano dal cielo: colpi di testa a iosa, petardi fuorilegge, finanche fumogeni. Perdipiù la traversa abballa un paio di volte: una danza legnosa che schernisce crudelmente gli arrembanti autoctoni vestiti di nero. Meret è il demiurgo febbricitante che genera e protegge i tre punti di stasera e sia lode a lui anche per quegli antichi, magnifici rilanci lunghi. Godere del Colosso Romelu significa anche questo – 8

DI LORENZO. Il Capitano propizia all’improvviso lo zero a uno (seppure con la complicità del disgraziato Mina). Era già accaduto con il Bologna venti giorni fa. L’Uomo Nuovo in panca lo sta facendo risorgere in una meritata seconda vita, laddove le doti naturali di offesa e difesa indossano un vestito nuovo. Il Capitano, don Pasquale il Biondo e Na-Politano formano una destra risorgimentale che apre varchi e poi rincula tenacemente. Non solo: fra i tre là dietro, Di Lorenzo dimostra di essere decisivo al 64’, due minuti prima della svolta lukakiana dello zero a due – 7

RRAHMANI. Amir fatica assai e talvolta arranca, tra i suoi lisci e le cabeze volanti del Cagliari. Epperò la porta del giovane Meret resta vergine. E questo per noi risultatisti è l’essenziale – 6,5

BUONGIORNO. La testa vincente dello zero a quattro all’ultimo secondo è l’imprimatur fatale a una partita magnifica del Corazziere sabaudo, certamente il migliore centrale sull’italico suolo. Anticipi, chiusure e scorribande con la palla al piede sono il suo repertorio ordinario – 7,5

MAZZOCCHI. Nell’offesa combina poco, pur provandoci. Ma la sua forza di abnegazione soprattutto nella pugna difensiva è quella di un soldato che rappresenta il volto gregario del contismo lacrime e sangue – 6,5

ANGUISSA. La novità del metodo contiano è quella di aver introdotto, con l’inedito e ricco mercato agostano, l’ansia della competizione interna. A Napoli sono dunque arrivati i due Braveheart scozzesi e Zambo finalmente si sceta, tornando al suo ovunquismo che stronca e riparte. Al 25’, per dire, il dialogo verticale tra lui e il Che Kvara mette il Colosso Romelu davanti alla porta – 7,5

LOBOTKA. Sin dalla partita col Bologna, Robotka è stato il primo che ha iniziato ad adattarsi alla devozione dell’Uomo Nuovo pugliese per la sofferenza e per il sacrificio. Tutto questo porta all’asse inedito formato da Lobo e Lukakone Nostro. In difesa, poi, Robotka si nota per varie interdizioni a colpi di testa. Tuttavia, nel primo quarto d’ora, l’estrema intensità in campo lo rende impreciso almeno tre volte – 7

GILMOUR dal 74’. Entra e si piazza nella terra di mezzo come se nulla fosse – 6

SPINAZZOLA. Due “malatie” nell’area sarda che gli valgono il voto: lo stop a seguire al 39’ e il tunnel al 47’. Lo Zio Spina dà sovente la sensazione di poter essere decisivo – 6,5

OLIVERA dal 63’. A dire il vero un po’ moscio in un paio di interventi – 6

KVARATSKHELIA. Il Colosso Romelu, che da solo vale un’Armata, gli fa arrivare meno palloni ma la pazienza del Che Kvara viene ricompensata al 66’ proprio da Lukakone Nostro, che gli porge il servizio decisivo per segnare lo zero a due del sollievo azzurro – 7

MCTOMINAY dal 74’. Per chi ama il furore e la bellezza del football britannico è un’emozione vederlo in campo con la maglia azzurra del Napoli. E per stasera basta questo – 6

POLITANO. Incredibile a dirsi: meglio in difesa che in attacco (dove imbocca un paio di vicoli ciechi facendo incazzare i compagni) – 6,5

NERES dall’81’. Batte il corner per la cabeza di Buongiorno che fa quaterna. Ogni volta che entra fa un assist vincente. Questo è il terzo – 6,5

LUKAKU. Dal Vangelo secondo Lukaku: fa segnare il Capitano e il Che Kvara, indi va in gol lui medesimo, seconda rete consecutiva. Il Colosso Romelu allunga con profitto il Napoli in modo acuminato e possente, come testimoniano i citati rilanci lunghi del giovane Meret. E quando poi sta per uscire ecco che uccide la partita con una sequenza micidiale di appena quattro minuti, con l’assist per lo zero a due del Che Kvara e poi il gol dello zero a tre – 8

SIMEONE dal 74’. Il suo ingresso a tutta corsa è il segno che qualcosa è cambiato nella squadra, per citare Jack Nicholson – 6

CONTE. Sporcarsi le mani. L’Uomo Nuovo in panca lo aveva detto alla vigilia della partita di stasera e il suo Napoli è uscito dal campo con le mani zozzosissime e primo in classifica per questa notte. Poi, non contento, l’ha ripetuto dopo il deflagrante zero a quattro. Sporcarsi le mani. Sicuramente l’invettiva più innovativa del contismo ascoltato e visto sinora. Cioè l’esatto contrario della bellezza che finisce per diventare narcisismo deleterio, si pensi all’epilogo cruento dei senatori del sarrismo o alle macerie post-tricolore della passata stagione. Conte sta demolendo i vezzi d’un tempo poi degenerati in vizi. E così la statistica del possesso da Sacra Scrittura dell’estetica è diventata carta straccia, ornamento soverchio e non decisivo al cospetto della missione “Mani Sporche”. Non solo. A parte il campo, quell’esultanza corale in panca dove tutti fanno festa non è un segnale secondario – 9

ARBITRO LA PENNA. Il momento più critico è stato fuori dal campo, con quella sospensione di otto minuti a colpi di petardi e fumogeni – 6

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