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Bagnaia: «Io e Sinner sappiamo che lavorare in silenzio porta a grandi risultati»

A Sportweek: «A livello sportivo credo che siamo simili, siamo molto attenti al dettaglio e siamo dei gran lavoratori»

Bagnaia: «Io e Sinner sappiamo che lavorare in silenzio porta a grandi risultati»
Ducati Italian rider Francesco Bagnaia gestures on the podium after finishing in second position in the sprint race of the San Marino MotoGP Grand Prix at the Misano World Circuit Marco-Simoncelli in Misano Adriatico on September 7, 2024. (Photo by GABRIEL BOUYS / AFP)

Pecco Bagnaia è a sette punti di distanza da Jorge Martin, leader del mondiale in MotoGp. A SportWeek il campione del mondo in carica parla della seconda gara a Misano e della scelta di non attaccare Marquez due settimane fa.

Pecco, il Gp dell’Emilia-Romagna non è solo Misano 2, ma è tre volte importante: in tanto perché c’è da vendicare, o riscattare, la sconfitta di due settimane fa.
«C’è sicuramente la voglia di vincerla. La gara scorsa il potenziale c’era, purtroppo mi sono dovuto arrendere entrambe le gare,quindi c’è tanta voglia di far bene».

Poi, perché potrebbe essere la vittoria numero 100 della Ducati.
«La centesima? Non lo sapevo. Però mi ricordo di aver vinto al Mugello la numero 93, quindi sapevo che eravamo lì vicini».

Li guarda i numeri?
«Dipende. Non è un’ossessione. So che cambieranno ancora tanto, vedremo quando avrò finito di correre».

Intanto, è già tra i dieci piloti più vincenti della storia in classe regina.
«È un numero incredibile. Essere già nella top ten della storia è qualcosa che mi dà tanto e mi rende ancora più orgoglioso di quello che sto facendo».

Bagnaia: «Misano? L’ago punta alla vittoria, ma alla fine è andata meglio così»

C’è un vecchio film, Al di là dei sogni, in cui il personaggio interpretato dal grande Robin Williams a un certo punto dice: «A volte, quando si perde si vince». Senza la pioggia, forse avrebbe vinto la gara ma probabilmente guadagnato 5 punti a Martin, invece gliene ha presi 19.
«Quello sicuramente. Sulla bilancia, l’ago per me punta sempre un po’ più sulla vittoria, però con l’idea del campionato e per quello che ci stiamo giocando, alla fine è andata molto meglio così».

Al di là dell’errore commesso, l’ha sorpresa quella scelta improvvisa di Martin? Era nella posizione perfetta, doveva solo attendere gli eventi…
«Ma no. Alla fine, lui ha fatto quello che pensava fosse giusto, ed era questione di poco, perché, se avesse piovuto più forte avrebbe avuto ragione lui. Secondo me ci voleva almeno un altro giro di pioggia, prima di decidere di rientrare. Lui ha tentato una specie di undercut che però non ha funzionato, ma alla fine non è mai un errore avere il coraggio di provarci».

Christian Gabarrini, suo ingegnere di pista, le ha fatto i complimenti per non essere caduto nel tranello di Marquez: spingere forte e rischiare quando lui ha fatto quei due giri veloci consecutivi.

«Diciamo che io ho provato all’inizio,  quando la pista si è asciugata, a ripassarlo, ma ho visto subito che a star dietro non c’erano le condizioni per riuscirci, la gomma anteriore nel seguirlo si scaldava tanto. Sarebbe stato un rischio, soprattutto con Martin out. In ogni caso, Marc andava veramente forte e avrei dovuto prendere rischi eccessivi per provare a batterlo».

Marquez continua a dire di essere fuori dai giochi. La sua è solo pretattica?
«Lui non ha niente da perdere, però è altrettanto chiaro che proverà a far di tutto per vincerlo. È un otto volte iridato e sappiamo tutti quanto grande sia la sua voglia di imporsi. Non è un segreto, e penso che non riesca a ingannare nessuno con il fatto di dire che la sua ambizione è sì quella di provarci, ma che è fuori dai giochi».

Poche ore dopo la fine del vostro Gp, a New York Jannik Sinner ha conquistato il secondo Slam.
«Purtroppo non sono riuscito a vedere la partita, ma non ci sono parole per descrivere quello che sta combinando».

Voi due vi assomigliate un po’ per carattere e modo di porvi, non trova?
«A livello sportivo credo che siamo simili, siamo molto attenti al dettaglio, siamo dei gran lavoratori e sappiamo che lavorare in silenzio porta a grandi risultati».

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