Lo riporta la Gazzetta. Barelli è presidente della Federnuoto dal 2000. Rampelli, di Fratelli d’Italia, ha provato in tutti i modi a strappargli lo scettro
Paolo Barelli, il Fidel Castro della Federnuoto: eletto per la settima volta. Respinto il colpo di mano di Fratelli d’Italia. È stato eletto per la settima volta presidente della Federnuoto. Non ce l’ha fatta il partito di Giorgia Meloni. Franco Rampelli, vicepresidente della Camera, ha provato a scalzare Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia, e ne è uscito sconfitto.
Federnuoto, Barelli confermato presidente per la settima volta. Da 20 anni guida la Fin
Come riporta la Gazzetta, “Paolo Barelli è stato eletto oggi, in un hotel della Capitale, alla guida della Federnuoto per la settima volta di fila col 77,70% delle preferenze (14.650 voti), mentre le schede bianche sono state 4.205 (20%). Nel 2020 ottenne 9811 voti, pari al 71,54%. Settanta anni compiuti a giugno, fu nominato presidente della Fin per la prima volta il 15 ottobre del 2000: in precedenza ne era stato consigliere dal 1984, vice presidente dal 1987 e capo delegazione ai Giochi Olimpici dall’edizione di Seul 1988“.
O Barelli è il migliore presidente possibile in federazione oppure nessuno ritiene ci sia qualcuno in grado di sostituirlo. Tutto è possibile. Interessante però notare la lotta tutta intestina alla maggioranza di governo. Da un lato Forza Italia resiste da sette anni con Barelli alla guida, dall’altro il desiderio di Rampelli (Fratelli d’Italia), ex membro di Alleanza Nazionale, di usurpare il trono. Il tema dei mandati nelle federazioni sportive è un tasto dolente nelle stanze dei bottoni. Gravina ne sa qualcosa.
Rampelli le ha provate tutte. Dopo una serie di madornali e clamorosi errori nella presentazione della candidatura, ha invitato pure a votare scheda bianca. Lo ricorda Gazzetta:
«Non ha avuto successo “Acqua Libera”, un movimento con un leader come Fabio Rampelli che, dopo l’istanza respinta giovedì dal Collegio di garanzia del Coni per irregolarità sulla presentazione della candidatura, aveva invitato a votare scheda bianca per non far raggiungere a Barelli il 66,6% dei voti e rendere quindi nulla l’assemblea, con relative poi nuove elezioni da indire entro 60 giorni. Un obiettivo fallito».