Anche durante Cagliari-Napoli i telespettatori sono rimasti sette minuti senza vedere un’immagine degli scontri tra tifosi
La Lega Serie A vuole i soldi degli abbonati tv, poi nega loro il diritto di cronaca
All’Unipol Domus Arena, domenica scorsa, corre il minuto 27 di Cagliari-Napoli. C’è una rimessa laterale a centrocampo dopo una botta subìta da Mazzocchi, ma chi è sul divano o al bar e guarda la partita in tv si rende conto di un rumore forsennato sugli spalti. Una protesta per una decisione dell’arbitro? Un’invasione di campo? Si interrompe qui il racconto.
I telecronisti di Dazn, con evidente imbarazzo raccontano: «Ora non potete vederlo, ma Di Lorenzo e Politano sono accorsi sotto alla Curva dei tifosi del Napoli», poi la patata bollente passa all’inviato da bordocampo che racconta di una corsa da parte di Oriali per tentare di “calmare” il settore ospiti dei napoletani. Intanto le telecamere indugiano sul medico sociale del Napoli che guarda l’orologio e poi manda messaggi al telefono, Mazzocchi e il suo labiale “perché non riprendiamo a giocare?”, Lobotka che guarda al cielo e lo sguardo perso di McTominay per i cui pensieri avremmo pagato oro. Partita sospesa per 7 minuti. Episodi che non fanno bene al calcio, ripete Giaccherini per riempire i vuoti televisivi.
Cagliari-Napoli in mano agli Ultras
Possiamo spiegarla o commentarla banalmente citando Alberto Rimedio che così è intervenuto ieri a La Domenica Sportiva: «È mai possibile che i telespettatori non possano sapere, che non abbiano la possibilità di vedere cosa stia succedendo allo stadio? Secondo voi è una cosa normale che la Lega vieti le immagini di questi scontri e neghi le riprese alle tv che devono ricevere, al massimo, le immagini dai cellulari dei tifosi? I telespettatori che pagano, a mio avviso, devono avere il diritto di sapere perché la partita è stata sospesa per sette minuti.» Giusto il riferimento: i telespettatori che pagano.
Come d’altronde – e il Napolista ne ha già ampiamente parlato nel corso degli anni – è profondamente sbagliato il rito di auto-vessazione per il quale ci si debba scusare (lo hanno fatto i giocatori del Cagliari con addirittura la mascotte – scena raccapricciante – a fine partita ndr) con il tifo organizzato. Spesso 300-400 persone che la partita nemmeno la guardano.
È successo così a Cagliari e siamo curiosi di capire perché il tifoso virtuale, per citare Aurelio De Laurentiis, non meriti di comprendere cosa stia succedendo durante l’evento che guarda e paga. Un’omertà senza senso.