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Ceccon: «La motivazione? Il tradimento di una fidanzata. Il dolore ti tira fuori il meglio»

Al Corsera: «Ho visto la ragazza che amavo su Instagram con un altro e mi sono gettato nel nuoto per sfogare la rabbia e perché avevo qualcosa in più da dimostrare»

Ceccon: «La motivazione? Il tradimento di una fidanzata. Il dolore ti tira fuori il meglio»
Italy's Thomas Ceccon reacts after winning the final of the men's 100m backstroke swimming event during the Paris 2024 Olympic Games at the Paris La Defense Arena in Nanterre, west of Paris, on July 29, 2024. (Photo by Jonathan NACKSTRAND / AFP)

Ceccon: «La motivazione? Il tradimento di una fidanzata. Il dolore ti tira fuori il meglio».

L’intervista al Corriere della Sera dell’olimpionico nei 100 metri dorso. L’intervista di Arianna Ravelli e Aldo Cazzullo.

Qui il passaggio su Federica Pellegrini.

Parla del dolore e di una delusione d’amore.

«Io sento il tempo che faccio. Lo calcolo dentro di me. Quando arrivo, guardo il tabellone e lo verifico. Di solito sbaglio di un decimo, massimo due».

Però così facendo è rimasto fuori dalla finale dei 200 metri dorso.
«Ero stanco. Quando mi alleno, di solito dormo a fine mattinata. Quando ho le gare, il pomeriggio. Ma nel villaggio olimpico faceva un caldo mostruoso e non riuscivo a dormire né la mattina, né il pomeriggio, né la sera».

«La motivazione all’inizio è venuta da una delusione d’amore. Da un tradimento. Scoperto sui social. Ho visto la ragazza che amavo su Instagram con un altro. Anche se lei ha provato a negare».

Quand’è successo?
«Avevo diciotto anni. Era la seconda volta che ero innamorato, non mi succedeva da ragazzino. Un colpo duro. Lei era una bravissima persona, ma insomma è finita, e io mi sono gettato nel nuoto e nelle gare anche per sfogare la rabbia, anche perché avevo qualcosa in più da dimostrare a qualcuno. Mi viene in mente Dante…».

Se Beatrice gli si fosse concessa, forse non avrebbe mai scritto la Divina Commedia.
«Che è molto più importante di una medaglia d’oro olimpica. (Thomas sorride). Quando le cose vanno bene, ti annoi. Il dolore ti tira fuori il meglio».

Adesso è fidanzato?
«C’era una persona. Le voglio bene e mi vuole bene. Una ragazza più grande di me: non mi ci vedo con le ragazzine. Però prima di Parigi è finita, peccato perché stavo bene con lei, ma cerchiamo cose diverse, lei una famiglia, io ho altre due Olimpiadi davanti. È difficile fare insieme l’atleta e il fidanzato». 

Ceccon racconta il vuoto che si vive dopo una grande vittoria: «È la parte oscura, nessuno ne parla» (Relevo)

Ceccon, oro olimpico nei 100 metri dorso, ha rilasciato una breve intervista a Relevo, dove ha raccontato che da piccolo ha giocato a tennis.

«Mio padre ama il nuoto e ama tutti i tipi di sport. Quando avevo tre anni, mi portò in piscina con mio fratello. Mi piaceva l’acqua. A sette o otto anni ho iniziato a giocare a tennis…. E quattro anni dopo ho dovuto scegliere uno sport».

Ceccon è stato da sempre bravo in più sport:

«Ero un buon tennista. Ero alto, ero anche bravo nell’atletica, anzi credo di essere stato bravo in tutti gli sport. Ho frequentato una scuola media vicino a Vicenza e alla fine ho deciso di dedicarmi al nuoto. Credo di aver fatto bene».

Quasi tutti gli sport. Ceccon precisa:

«Odio il calcio. Mi piace guardare il tennis, il basket… ma non il calcio».

Michael Phelps è la sua ispirazione.

«Era il migliore, tecnicamente dominava tutto. L’ho incontrato ai Mondiali di Fukuoka, è venuto alla camera di partenza, ma io sono timido e mi sono limitato a salutarlo, non gli ho detto che era il mio idolo».

Ceccon è un campione olimpico e capisce che ora arriva un momento cruciale nella sua carriera, il vuoto che si sente dopo aver realizzato un sogno in uno sport.

«Nel 2022 ho vissuto qualcosa di simile, ma non è paragonabile. Se non vinci nulla, non ti succede…. Ma quando lo fai. È la parte più oscura, nessuno ne parla, è un momento difficile», spiega.

Poi sul nuoto in Italia:

«Prima avevamo nuotatori iconici, adesso abbiamo grandi atleti in tutte le gare. Ci sono tante convenzioni con gli allenatori, ci insegnano come allenarci, la parte in palestra … E siamo una generazione che ha vinto medaglie negli juniores. Le nuove generazioni faranno fatica».

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