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Ceccon: «La Pellegrini? Per me non rappresenta niente. L’ammiro come sportiva, per il resto no»

Al Corsera: «Lei si fa i fatti suoi, io i miei. Sì, ho subito nonnismo in Nazionale. Ci sono altri modi che non riempirti di olio la valigia con i vestiti»

Ceccon: «La Pellegrini? Per me non rappresenta niente. L’ammiro come sportiva, per il resto no»
Italy's Thomas Ceccon celebrates after winning the final of the men's 100m backstroke swimming event during the Paris 2024 Olympic Games at the Paris La Defense Arena in Nanterre, west of Paris, on July 29, 2024. (Photo by Oli SCARFF / AFP)

Ceccon: «La Pellegrini? Per me non rappresenta niente. Si è sempre fatta i fatti suoi, io i miei».

Thomas Ceccon, oro olimpico nei 100 metri dorso, intervistato dal Corriere della Sera. L’intervista è di Aldo Cazzullo e Arianna Ravelli.

A Verona lei si è allenato nella piscina di Federica Pellegrini. Cosa rappresenta per lei?
«Niente».

Come niente?
«Non è mai venuta a dirmi una parola. Si fa i fatti suoi, e io mi faccio i fatti miei. L’ho vista allenarsi tantissimo. L’ho ammirata come sportiva. Per il resto, sinceramente, no».

È vero che in Nazionale ha subito un po’ di nonnismo?
«È vero. Forse è stata anche colpa mia: ero molto giovane, facevo casino. Però un atleta più grande, se vuole spiegarti come ci si comporta, può avere altri modi che non riempirti di olio la valigia con i vestiti».

Dicono che lei abbia un talento quasi soprannaturale per il nuoto.
«Si chiama acquaticità. È una cosa innata, che non si insegna. Ci sono quelli che galleggiano meglio, che spostano più acqua con una bracciata. Ho studiato i video di Phelps. Sposta una quantità d’acqua impressionante. Il gesto perfetto». 

Ceccon: «Il nonnismo in Nazionale? Ho sofferto, per fortuna appartiene al passato»

Il Giornale intervista Thomas Ceccon medaglia d’oro sui 100 dorso agli ultimi Mondiali (nonché primatista mondiale), oro anche nella 4×100 misti. In un’intervista a Repubblica suo padre ha denunciato episodi di nonnismo nella Nazionale di nuoto, episodi di cui Ceccon fu vittima insieme con Burdisso.

Il nonnismo subito in Nazionale è una pagina archiviata?

«Ora non c’è più nulla di tutto questo, vedo un gruppo coeso e senza competizione interna nonostante siamo tutti ragazzi forti. Ho sofferto, ho fatto ancora più fatica a integrarmi e per fortuna appartiene ormai al passato».

Perché era stato preso di mira?

«Forse perché ero l’ultimo arrivato e anche molto giovane. Avevo 16 anni, qualcuno ne aveva almeno 15 di più. Non sono riuscito a inserirmi in quel gruppo e di certo non ho pensato di essere accomodante solo per fare un piacere a qualcuno».

Con il trasferimento a Verona ha pensato di ricalcare le orme di Federica Pellegrini?

«Vorrei confrontarmi con lei, l’ho vista intere giornate sbattersi in vasca senza patire la sofferenza. Una campionessa incredibile. Il giorno del mio arrivo a Verona lo ricordo ancora, lì avevo capito che stavo cominciando a diventare grande e il futuro sarebbe stato tutto nelle mie mani. Direi proprio un bel bagno di consapevolezza».

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