“Chiello” è lo juventinismo in purezza. Vedremo dove si siederà allo Stadium: rituale da non sottovalutare. Vale più di qualsiasi rivoluzione giochista
Chiellini è il primo segnale andreagnelliano di Elkann, hai voglia a dire che non invade l’area di Giuntoli
Dice Leonardo Bonucci: “Non è una sorpresa vederlo lì”. Non è una sorpresa. Ma è una boccata di ossigeno. Giorgio Chiellini ritorna alla Juve con i galloni del dirigente ma senza invadere l’area sportiva, capitanata da Cristiano Giuntoli, tengono a precisare i cronisti che seguono minuto dopo minuto le azioni di Madama. Tutti sanno però che non sarà così. Perché “Giorgione” con o senza turbante è più di un dirigente semplice. “Chiello” è lo juventinismo in purezza, è il “finoallafine”, è quasi un “Del Piero” nell’immaginario collettivo del tifoso di Madama, ed è – duole dirlo agli appassionati del genere – l’espressione massima del risultatismo.
Non è dato sapere cosa succederà adesso. Se lo rivedremo allo Stadium vicino o lontano da Giuntoli. Se siederà alla destra di Maurizio Scanavino, ad di casa Juve espressione di John Elkann. E se sarà acclamato ogni volta che si paleserà all’allianz. Di sicuro gli occhi di noi tifosi bianconeri aspetteranno le parole di Chiello a ogni fine gara. Già, dalla sfida con il Napoli.
Un ritorno ingombrante, dunque. Non un semplice ingresso in società.
Possiamo dire che dalla dipartita del cugino questa è il segnale più andreagnelliano di Jaki Elkann? Si, lo possiamo dire. Tanti sussurrano che sia solo l’inizio della seconda carriera juventina di Chiello. Presto vicepresidente? Magari verrebbe dire. Anche perché tutto questo vale più di qualsiasi rivoluzione giochista.