La cura è a buon punto per dimenticare il fantasma della scorsa stagione ma non è terminata. Il coach british-pugliese getta acqua sul fuoco
Conte deve fare da pompiere nella città che in un attimo passa dalla esaltazione alla depressione
L’essenziale è visibile agli occhi. Il Napoli di Conte è primo dopo sei giornate con il pragmatismo di una difesa arcigna, un centrocampo di corazzieri e un attacco spietato. Al Maradona mezz’ora di predominio, pressing alto e poi due gol. Fine dei giochi, si gestisce e si porta a casa la vittoria che vale il primato. Conte lascia i titolari in campo quasi tutta la partita. Apriti cielo: nonostante il primo posto alcuni tifosi già strepitano per non aver messo a segno il terzo gol.
Mario, poi, è sempre diffidente. Dice che in fondo il Palermo era una squadretta di serie B, che il Monza ci finirà in cadetteria e i problemi restano, come quello di gestione della rosa e di un modulo di gioco che cambia sempre. Rosario, invece, è euforico con il Napoli in fuga. McTominay ha conquistato i cuori con un bacio e ora tocca a Conte fare da pompiere nella città che riesce in un attimo a passare dalla depressione all’esaltazione o viceversa.
Certo, l’occasione è ghiotta e la rosa è al completo per un filotto di partite a punteggio pieno. La cura è a buon punto per dimenticare il fantasma della scorsa stagione ma non è terminata. Il coach british-pugliese getta acqua sul fuoco, parla di “ricostruzione” e che siamo solo alla sesta. Poi ora ha un dolce problema in più: quell’ipotesi di centrocampo a due con i funamboli Lobotka e Gilmour che aprono nuovi orizzonti e provarlo con McTominay dietro le punte può essere un’altra arma spuntata contro le squadre che al Maradona si chiudono a riccio proprio come il Monza. Spalletti era in tribuna stasera. In campo c’erano 7/11 dei calciatori che vinsero lo scudetto con lui e probabilmente li ha visti trasformati per conquistare l’essenziale prima ancora dello spettacolo.