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Conte è diventato più paziente, meno ossessionato dal giudizio degli altri (Zazzaroni)

Ci vuole tanta energia per essere Conte. Per assumersi la responsabilità totale della squadra. Serve per avere sotto controllo tutto e tutti

Conte è diventato più paziente, meno ossessionato dal giudizio degli altri (Zazzaroni)
Antonio Conte a Dimaro (foto Ssc Napoli)

Conte è diventato più paziente, meno ossessionato dal giudizio degli altri (Zazzaroni)

Scrive Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport:

Ci vuole tanta energia per essere Antonio Conte. Serve energia per assumersi la responsabilità totale della squadra. Serve per avere sotto controllo tutto e tutti, dal centravanti al cuoco, al magazziniere, agli angoli più remoti del centro sportivo. Serve per tenere sempre alta la concentrazione e non farsi scavalcare nella gestione di uomini e situazioni.

Serve energia, tanta. Sono convinto che nell’ultimo anno al Tottenham sia stato proprio il calo derivato da tragedie che l’avevano colpito (la morte di Ventrone e Vialli) la causa principale di quello che molti considerano l’unico fallimento della sua carriera. Che fallimento non è stato.

Negli ultimi mesi ho scoperto un Conte più paziente e risolto, meno ossessionato dal giudizio degli altri, abilissimo nel governare pressioni e tensioni. Paziente e con le batterie di nuovo ricaricate dalla lunga pausa che si è concesso tra Londra e Napoli. Continua a vivere la sconfitta «come una morte apparente». Ma se così non fosse, non sarebbe più Conte.

Conte è stat’omm sulla Juventus, nessun cedimento populistico (il Napolista)

«La mia storia parla chiaro, ho giocato tredici anni alla Juventus (ha ricordato che arrivò quando ancora c’era Schillaci, ha detto che ai giocatori dava del voi, ndr), sono stato capitano. Sono stato tre anni da allenatore, aprendo un ciclo che è diventato storico con nove scudetti di fila. Lo Stadium è stato inaugurato quando io ero là. Domani sarà la prima volta davanti ai tifosi della Juventus, perché quando l’ho affrontata con l’Inter si giocava a porte chiuse per il Covid». Non si è emozionato ma poco ci è mancato. Possiamo solo dire, alla napoletana, che è stat’omm. Ha messo le cose in chiaro per quei pochissimi irriducibili (se ancora ce ne sono) che qualche mese fa storcevano il naso per il passato bianconero di Antonio Conte, ignorando l’esistenza del professionismo.

Conte è stato adamantino. Non ha rinnegato il suo passato, anzi. La Juventus è stata praticamente tutta la sua vita da calciatore. E una fetta importante di quella da allenatore. Ha giustamente ricordato che il suo successore, Allegri, ha fatto la storia del club. Non ha ceduto ad alcun compiacimento populistico. Ha naturalmente dichiarato di essere orgoglioso di allenare il Napoli e ha dichiarato di voler esserlo il più a lungo a possibile. Tu chiamalo, se vuoi, saper stare al mondo. Fregarsene della cultura dei like. Essere sé stessi è sempre il modo migliore per farsi apprezzare.

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