«La storia non si cancella». L’orgoglio del passato ma anche quello del presente a Napoli: qualcuno lo chiama professionismo
Conte è stat’omm sulla Juventus: «La storia non si cancella»
«La mia storia parla chiaro, ho giocato tredici anni alla Juventus (ha ricordato che arrivò quando ancora c’era Schillaci, ha detto che ai giocatori dava del voi, ndr), sono stato capitano. Sono stato tre anni da allenatore, aprendo un ciclo che è diventato storico con nove scudetti di fila. Lo Stadium è stato inaugurato quando io ero là. Domani sarà la prima volta davanti ai tifosi della Juventus, perché quando l’ho affrontata con l’Inter si giocava a porte chiuse per il Covid». Non si è emozionato ma poco ci è mancato. Possiamo solo dire, alla napoletana, che è stat’omm. Ha messo le cose in chiaro per quei pochissimi irriducibili (se ancora ce ne sono) che qualche mese fa storcevano il naso per il passato bianconero di Antonio Conte, ignorando l’esistenza del professionismo.
Conte è stato adamantino. Non ha rinnegato il suo passato, anzi. La Juventus è stata praticamente tutta la sua vita da calciatore. E una fetta importante di quella da allenatore. Ha giustamente ricordato che il suo successore, Allegri, ha fatto la storia del club. Non ha ceduto ad alcun compiacimento populistico. Ha naturalmente dichiarato di essere orgoglioso di allenare il Napoli e ha dichiarato di voler esserlo il più a lungo a possibile. Tu chiamalo, se vuoi, saper stare al mondo. Fregarsene della cultura dei like. Essere sé stessi è sempre il modo migliore per farsi apprezzare.