Il Corsera: anche se adesso i bambini appena arrivano nei settori giovanili vengono rimbambiti con stupida furia guardiolista
«Contropiedé?», chiede ironico un collega francese. Sì, amico mio: è una roba che abbiamo nel sangue.
Scrive così Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera nell’analisi-commento di Francia-Italia 1-3.
Con onestà intellettuale: pochi secondi prima avevamo finito di dirci che schierare dal primo minuto Tonali è stato un vero azzardo, perché la prolungata assenza lo costringe a giocare sotto ritmo. Molto bene Ricci. Pellegrini abbastanza vivo, ma non è un 10, anche se è questo il numero che porta sulla maglia: il capitano della Roma è una mezzala, punto. Tanto vale, pensa forse Spalletti nell’intervallo, mettere uno che almeno vede di più la porta. Entra Raspadori, che inizia così a stare accanto a Retegui. Vero 3-5-2: un modulo che funziona.
L’azione con cui passiamo in vantaggio produce un bellissimo e classico gol alla nostra maniera (lo segna Frattesi). «Contropiedé?», chiede ironico un collega francese. Sì, amico mio: è una roba che abbiamo nel sangue, anche se adesso i bambini appena arrivano nei settori giovanili vengono rimbambiti con stupida furia guardiolista. Lasciamo stare, è un guaio, servirebbe una pagina.
Dal sogno di Michels al contropiede di Nereo Rocco (Corsport)
La prima speranza è che questa partita con questo risultato abbia decretato la fine del calcio liquido e anche di quello relazionale, ieri sera i mezzi spazi sono diventati spazi interi (perché uno spazio è uno spazio, corto o lungo, largo o stretto, ma resta sempre uno spazio), siamo passati d’un colpo dall’idea sacchiana a quella trapattoniana, dal sogno europeo del calcio di Rinus Michels a quello casareccio di Nereo Rocco (il 2-1 in contropiede è l’inno a quel calcio). La seconda speranza è che questa vittoria non ringalluzzisca di nuovo Spalletti, il basso profilo a volte è il profilo migliore. Luciano aveva detto che per quel tipo di gioco lui non era buono. Si sbagliava. Se l’atteggiamento mentale era corretto (sempre meglio poche ma chiare idee che tante e confuse), lo era anche l’impostazione con due ali, anzi, due alissime che calpestavano le linee laterali, Cambiaso a destra e Dimarco a sinistra: Deschamps, con la sua difesa stretta, non ci ha capito niente.