Non era mai stato così chiaro. Ma il passaggio da società locale a società internazionale è molto ambizioso per una gestione a carattere familiare
De Laurentiis ha presentato in maniera chiara il progetto Napoli, così non lo aveva mai fatto
Rompendo fortemente con il passato, la Società Sportiva Calcio Napoli, nella figura del suo uomo più rappresentativo, ha comunicato, ieri, il suo progetto di sviluppo aziendale.
A latere della presentazione di un sponsor commerciale (Sorgesana), ciò che è accaduto è stata una rottura con il recente passato, se non nella sostanza, certamente nella forma, della comunicazione adottata dalla Ssc Napoli.
Le parole e lo stile adottati dal presidente sono state quelle di un navigato manager internazionale che ha voluto, prima, fare chiarezza sulla realtà operative della sua impresa, e poi, su queste premesse, rilevare in maniera diretta il suo progetto di sviluppo aziendale per i prossimi anni.
Lo stile scelto, questa volta, è stato pacato e organizzato. Mi ha ricordato i molteplici interventi di capi d’azienda presso università in cui amministratori delegati (Ceo) incontrano gli studenti dei corsi di Master per parlare del proprio modo di fare impresa.
Successivamente, all’interno di un breve discorso sulla celebrazione dei vent’anni di presidenza, per chiarire, a chi volesse ascoltare, il presidente Aurelio ha elencato i progetti e gli obiettivi di medio-lungo termine della “nuova società”.
Guardando alla presentazione con gli occhi di un analista societario ecco quello che il presidente ci ha detto.
De Laurentiis e il modello di gestione
Il modello di gestione, se vogliamo, i principi operativi della SSC Napoli sono:
1. Fare impresa gestendo autonomamente le proprie risorse economico finanziarie, senza il ricorso ad agevolazioni statali che nel passato hanno guidato i progetti di investimento di molta imprenditoria locale (i prenditori).
2. Indipendenza finanziaria e con questo decisionale sia da fondi che da banche.
3. Gestione finanziaria basata sulla autoproduzione di risorse: utile operativo, liquidità, valorizzazione delle attività, investimenti diretti e autofinanziati.
4. La SSC Napoli è una società privata con finalità economiche e lucrative per la sua proprietà ed e’ una societa’ privata. Come tale, è una società imprenditoriale che ha il fine di rispettare rigorosamente, non solo, le leggi di mercato e del diritto, ma soprattutto gli obiettivi programmatici che verranno ricercati nel rispetto totale della società pubblica.
Partendo da questi principi base, il presidente ci ha ricordato che il panorama operativo in cui operano le società di calcio in Italia. In poche battute, ne ha dato una rappresentazione aberrante, ma quantomai veritiera.
Parafrasando, il presidente ha detto: il sistema calcio italiano è fortemente indebitato. Questo indebitamento rende impossibile il suo affrancamento dalla politica, e nello stesso tempo rende improponibile una coesione tra i suoi rappresentanti in lega e di tutte le società di calcio. Di conseguenza, compromessi sono all’ordine del giorno e rendono cronici i suoi malanni, e pertanto ritardano la ricerca di cure definitive.
In questo desolante panorama operativo, il presidente ha confermato che la sua Ssc Napoli ha iniziato una seconda fase della sua storia. Con chiarezza, e forse per la prima volta senza diventare possibile oggetto di macchiette e imitazioni, ha indicato i suoi progetti che sono:
1. Mantenere una indipendenza finanziaria.
2. Diversificare le attività e le fonti di entrata affiancando alla gestione sportiva, la gestione di un brand in tutte le possibili opportunità, cominciando dalla produzione del kit tecnico. Per fare questo è necessario un controllo sulla gestione di immagine dei giocatori, che rimarrà un obiettivo centrale nella gestione delle risorse.
3. Investimenti diretti che sono già cominciati con la campagna acquisti del 2024, che va vista in un’ottica di medio periodo.
4. Riorganizzazione aziendale, non solo dal punto di vista tecnico-sportivo, ma crediamo anche manageriale, con l’introduzione di competenze specifiche per arie di sviluppo individuate.
5. Internazionalizzazione del brand e apertura a mercati e piattaforme diverse.
6. Investimenti in infrastrutture che culminano con la richiesta diretta di acquisire lo stadio Diego Armando Maradona e quindi trasformarlo per destinazione d’uso ad attività ricreative e commerciali non pertanto solo sportive.
7. Ricerca di cooperazione attiva con l’amministrazione pubblica, soprattutto per lo snellimento di procedure burocratiche.
I limiti della gestione familiare
Il programma è certamente molto ambizioso, ma stimolante. Ciò che il presidente non ci ha detto è come ma soprattutto chi porterà avanti questo programma.
Ci ha però detto, che crede fortemente nella possibilità e forza delle gestione a carattere familiare. Su tale aspetto, è opportuno fare un chiarimento. Da una parte c’è l’aspetto gestionale d’impresa e dall’altra c’è l’aspetto di proprietà della stessa.
Non è detto che sia sempre possibile che la proprietà possa anche essere capace di gestire e in particolare compiere il passaggio da società locale a società internazionale.
Se l’obiettivo è quello di diventare internazionali in termini di brand, come il Real Madrid per esempio, non si può che attendere l’ingresso in società di competenze manageriali diverse che nel forte rispetto delle volontà della proprietà siano i collaboratori in grado di realizzare gli obiettivi.
Rimane chiaro che i suddetti progetti restano condizionati ai successi sul campo. Quindi alle possibilità, alla necessità, di evitare altre annate come quella trascorsa e di garantire sempre e comunque alla gestione tecnico sportiva una base operativa che prescinda da un solo individuo. La forza di una società internazionale passa sempre nella possibilità di rimanere vincente, al di là del cambiamento di uomini e di manager. Resta quindi prioritario avere sempre un programma di successione per ogni ruolo e mansione societaria.
Con enorme sincerità, e dichiarato affetto, facendo tutti gli scongiuri napoletani del caso, auguriamo massima fortuna al signor Aurelio e quindi alla Ssc Napoli.