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Fassino sul furto del profumo al duty free: «È stato frutto di una distrazione» (La Stampa)

«Compio in questi mesi 60 anni di vita politica e chiunque mi abbia conosciuto può testimoniare della correttezza e onestà a cui ho sempre ispirato i miei comportamenti».

Fassino sul furto del profumo al duty free: «È stato frutto di una distrazione» (La Stampa)
Db Milano 19/07/2017 - Festa de L'Unita' / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Piero Fassino

L’ex sindaco di Torino, Piero Fassino, e con lui amministratori e vertici del Salone del Libro, sono stati pienamente assolti dopo 11 anni perché, contrariamente a quanto sosteneva la Procura di Torino, per i giudici di primo grado non c’è stato alcun patto occulto tra gli amministratori e la società Gl Events che gestisce il Lingotto. Anzi, gli amministratori hanno agito per il bene della città.

Fassino ha parlato di questo oggi in una lunga intervista a La Stampa in cui si è soffermato anche del presunto furto di profumo al duty free di cui è stato accusato lo scorso aprile

A questo punto le indagini che la riguardavano sono chiuse positivamente. È così? «Direi di sì. È caduta l’accusa perl’affidamentodell’organizzazionedelSalonedelLibro. È statoarchiviatoilprocedimento sullo smog. È stata chiusa l’indagineWestinghouse». Rimane la vicenda del furto del profumo nel duty free dell’aeroporto di Fiumicino. «Quell’episodio è stato frutto di una distrazione di cui sono stato il primo a rammaricarmi. Compio in questi mesi 60 anni di vita politica e chiunque mi abbia conosciuto può testimoniare della correttezza e onestà a cui ho sempre ispirato i miei comportamenti».

I fatti 

Fassino fa scattare l’allarme a Fiumicino: aveva il profumo in tasca, denunciato per tentato furto. È accaduto lunedì 15 aprile nell’area shopping dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Il Fatto racconta che il deputato del Pd era in attesa dell’aereo per Strasburgo.

Fassino è andato al duty free.

Lì Fassino ha preso un profumo da donna di una marca molto nota (“volevo comprarlo per mia moglie”, specificherà nella sua replica), del valore di oltre 100 euro. In quel momento, secondo la ricostruzione fornita al Fatto dal parlamentare dem, sarebbe squillato il cellulare: “Avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”.

A quanto risulta al Fatto, con il cellulare in una mano e il trolley nell’altra (e il profumo in tasca), Fassino – forse distratto dalla telefonata – si sarebbe allontanato oltre le casse, cosa che ha fatto scattare l’allarme anti-taccheggio, richiamando così l’attenzione della vigilanza e, conseguentemente, la segnalazione alla Polizia. Secondo quanto riferito dall’ex ministro, invece, sarebbe stato proprio il suo gesto di “appoggiare” il prodotto nella giacca a dare forza allo zelo del vigilante che l’ha bloccato.

Ne è nata una discussione (civile) tra Fassino e i vigilanti. Fassino per dimostrare la propria buona fede si è detto disposto ad acquistare due boccettine. Ma è stato inutile.

Proprio come accade in Serie A con il Var, agenti e vigilanti hanno rivisto “alla moviola” l’episodio ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, convincendo i responsabili del duty free a sporgere denuncia contro il parlamentare, querela affidata appunto alla Polaria.

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