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Giugliano: «Sono insicura, anche se non sembra. La mia crescita è stata più mentale che fisica»

Candidata al Pallone d’Oro, alla Gazzetta: «Se vogliamo sognare, nel discorso della vittoria racconterei dei sacrifici fatti dalla mia famiglia. Alle bambine dico: credete nei vostri sogni».

Giugliano: «Sono insicura, anche se non sembra. La mia crescita è stata più mentale che fisica»
Db Cremona 07/01/2024 - Supercoppa Italiana femminile / Roma-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Manuela Giugliano

Manuela Giugliano è la prima calciatrice italiana di sempre ad essere candidata al Pallone d’Oro. Di Castelfranco Veneto, la sua famiglia è però napoletana; anche il padre giocava, in Serie D con l’Afragolese. La 27enne centrocampista della Roma e della Nazionale italiana era già stata inserita dal Guardian nella top 100 delle calciatrici del 2023 e ora si è tolta un’ulteriore soddisfazione, eguagliando un primato che al calcio femminile italiano mancava.

La sua intervista alla Gazzetta dello Sport.

Manuela Giugliano: «La mia crescita è stata più mentale che fisica»

Come si sta a meno di 24 ore da una notizia così?

«Da favola, sto vivendo una favola. Sono molto emozionata e in realtà ancora non riesco a capire quello che sta succedendo, sinceramente non me lo sarei mai aspettato. Posso solo dire a tutti, e in particolare alle bambine che giocano a calcio, di credere sempre nei propri sogni. Questo era il mio sogno nel cassetto, ma non avrei mai immaginato di poterlo realizzare. È vero, non ho ancora vinto nulla, ma per me è davvero importante e al di là di chi lo conquisterà, a me resterà per sempre quest’emozione indescrivibile. E ringrazio le mie compagne e gli staff che mi seguono, senza di loro non ci sarei mai arrivata».

È la prima italiana ad essere inserita nelle finaliste del Pallone d’Oro. Un caso che sia capitato dopo il primo anno di professionismo?

Giugliano: «Credo si tratti di una conferma del grande lavoro che tutti stiamo facendo per far crescere il nostro movimento. Servono gli investimenti giusti e voglia di migliorare ancora, con giocatrici di alto livello e staff competenti, ottenendo una sempre maggiore visibilità. Bisogna crederci e continuare a darsi da fare affinché le bambine di oggi pensino che giocare a calcio possa diventare un lavoro “vero” come per i maschi. Noi della Roma siamo molto fortunate perché i Friedkin da subito hanno dimostrato di voler investire tanto su di noi, senza di loro non avremmo conquistato tanti trofei».

Giochiamo: se alla fine il Pallone d’oro sarà suo, che cosa dirà dal palco?

«Partiamo dal presupposto che non credo di vincere, ma se vogliamo sognare dico che il mio discorso sarà sulle persone che mi hanno cresciuta, sui valori che mi hanno insegnato e i sacrifici fatti da me e dalla mia famiglia. Non dimentico i mille Treviso-Pordenone di mio padre per gli allenamenti. Poi parlerei della mia crescita personale e mentale. I miei genitori fortunatamente mi hanno donato piedi buoni, quindi ho lavorato più sull’aspetto mentale che su quello fisico: anche se non sembra sono un’insicura che cerca di trovare sempre il consenso degli altri, mi serve una solidità mia».

Il Tre Fontane a Roma è lo stadio con più presenze della Serie A femminile. Al di là dei titoli vinti non è così scontato avere un ritorno simile…

«Sono d’accordo. È chiaro che i successi aiutino, ma i tifosi giallorossi sono presenti anche nei momenti difficili e questo per noi è molto importante».

Come procede il cammino dell’Italia per l’Europeo?

«Ci siamo riprese alla grande, stiamo dimostrando di poter competere con tante nazionali. Non vediamo l’ora di giocare. Vincere con la maglia azzurra è il mio secondo sogno nel cassetto».

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