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Gollini regala il gol al Verona (VIDEO), a Napoli i sapientoni lo volevano titolare al posto di Meret

Con una incomprensibile uscita su un pallone innocuo, ha servito a Tchatchaoua un delizioso assist per l’1-0. I genoani disperati

Gollini regala il gol al Verona (VIDEO), a Napoli i sapientoni lo volevano titolare al posto di Meret
Napoli's Italian goalkeeper #95 Pierluigi Gollini drinks water during warm-up ahead of the Italian Super Cup final football match between Napoli and Inter Milan at Al-Awwal Park Stadium in Riyadh, on January 22, 2024. (Photo by AFP)

Gollini regala il gol al Verona (VIDEO), a Napoli i sapientoni lo volevano titolare al posto di Meret.

Che Napoli sia una piazza che gronda esperti di calcio, è risaputo. Periodicamente, la piazza individua un professionista valido e ne fa un bersaglio, che sia Fabian Ruiz o Meret. Più è bravo, più è probabile che risulti inviso alla parte rumorosa del tifo napoletano.

Meret è uno dei bersagli preferiti. Ieri sera, come spesso gli capita, ha salvato la vittoria del Napoli parando il tiro a botta sicura di Almqvist al minuto 104. A Napoli ogni gol subito è colpa di Meret. Di qualsiasi natura e tipo sia il gol. Recentemente una fetta della tifoseria avrebbe voluto che il portiere dello scudetto finisse in panchina per fare spazio al diversamente affidabile Gollini. Che ora è finito al Genoa per la disperazione dei tifosi rossoblù. Oggi, con una uscita incomprensibile su un cross innocuo, si è reso protagonista di un pregevole assist al calciatore del Verona Tchatchaoua che ha segnato l’1-0. Poi il Verona ha raddoppiato su rigore per il risultato definitivo di 2-0 a Marassi.

Praticamente #Gollini ha regalato il gol al #Verona #GenoaVerona

— -ˏˋ𝕃𝕦𝕔𝕒 𝔻𝕚 𝕊𝕥𝕖𝕗𝕒𝕟𝕠ˊˎ- (@LucaMktg) September 1, 2024

Gollini: «Vincere lo scudetto a Napoli mi ha fatto capire che il lavoro mentale è molto importante»

Pierluigi Gollini è ora un nuovo calciatore del Genoa. Gli ultimi due anni il portiere li ha trascorsi a Napoli in prestito, dove giocava da vice Meret. La sua intervista a Il Secolo XIX.

Nelle ultime tre stagioni ha sempre fatto il secondo portiere. E’ stato difficile ricalarsi nei panni del titolare?

«No, ero tranquillo. L’anno scorso al Napoli ho giocato un mese da titolare e ho disputato partite di un certo livello, come la finale di Supercoppa. Tornare in campo da primo portiere è stata una cosa naturale».

Si sente un po’ in credito col destino pensando agli ultimi anni?

«So che forse avrei meritato qualcosa di più, ma va bene così. Ho vinto uno scudetto a Napoli e quest’esperienza ha arricchito il mio bagaglio personale. Ho capito che la testa è fondamentale. Un anno puoi essere dominante, l’anno dopo, se non sei al top, non riesci a essere super performante».

Gli anni inglesi [Manchester United e Tottenham] cosa le hanno insegnato?

«Mi hanno dato tanto dal punto di vista fisico e di etica del lavoro. A livello giovanile ho fatto sacrifici che in Italia non fa quasi nessuno. Al Manchester United facevamo cose folli: mi svegliavo alle 6, dalle 7 alle 8 un’ora di pesi, dalle 8 alle 12 scuola e dalle 12 alle 13 un’altra ora di pesi».

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