Si è adattato e sacrificato a ogni tipo di gioco. “Un monumento del calcio francese” lo ha incoronato Deschamps. Avrebbe meritato la fascia
Antoine Griezmann ha annunciato il ritiro dalla Nazionale francese. È con il cuore pieno di ricordi che chiudo questo capitolo della mia vita. Grazie per questa magnifica avventura ha scritto su X.
Rmc Sport raccoglie le cadute e i trionfi del “petit diable” con la maglia della Francia.
Griezmann il “monumento del calcio francese”, come lo descrisse Deschamps
Il suo addio, senza troppi fronzoli. Perché Griezmann è così: pensa al collettivo prima che a se stesso. Sempre. La Nazionale ha perso “Un monumento del calcio francese”, come ha dichiarato Didier Deschamps. Trequartista emblematico, con un’intelligenza brillante, ha vissuto mille vite con la maglia della Francia, dal debutto nel 2014. Le amare sconfitte al Mondiale 2014 e l’Europeo 2016 si sono poi trasformate in soddisfazioni: terzo posto nella corsa al Pallone d’Oro del 2016 e la seconda stella conquistata nel 2018. Nella sua carriera ha dimostrato la sua capacità di far giocare e segnare i suoi compagni.
Si è sempre adattato a ciò che gli è stato chiesto, si è sacrificato per l’equilibrio della squadra. Se avesse continuato a giocare con i Blues avrebbe potuto superare Lilian Thuram e Hugo Lloris per numero di presenze, in cui è fermo a 137 con 44 gol e 30 assist. Ha fatto meglio della leggenda Platini (41 reti in 72 presenze) e di Benzema (37 gol in 71 partite). Pian piano ha visto la sua popolarità esplodere nei tifosi francesi, si è parlato per un po’ anche della “Grizou-mania”. E’ un giocatore che unisce, che avrebbe forse meritato la fascia da capitano dopo il ritiro di Lloris; il 60% dei francesi credeva che sarebbe stato un capitano migliore di Mbappé.